Pomezia, doppio menu a scuola.
Zingaretti: "Scelta ignobile", ma il ministro:
"Sono per autonomia, non discrimina"

Sul caso intervengono Giannini che "assolve" il sindaco Fucci e il governatore del Lazio che boccia il bando. Critiche anche da destra e dalla Federconsumatori. Il primo cittadino: "Solo attacchi elettorali"

 la Repubblica scuola 21.5.2014

ROMA - E' polemica, ancora, sul caso delle mense scolastiche di Pomezia dove, con un capitolato d'appalto, il Comune guidato del sindaco a 5 Stelle Fabio Fucci, ha proposto due menu per i bambini: uno, più caro, solo per chi può permetterselo, con il dolce; l'altro, più economico, che si ferma al secondo.

Una caso di "discriminazione", come hanno denunciato i consiglieri Pd e Sel di Pomezia, applicato nei confronti delle famiglie e dei bambini tra i 3 e 10 anni che pranzano ogni giorno nei loro istituti.

Oggi a parlare sono il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini e il governatore del Lazio Nicola Zingaretti. E se la prima, ai microfoni di Radio Capital, dice: "Non conosco bene il caso, ma io sono per l'autonomia scolastica e non mi sembra una situazione di discriminazione"; il secondo lancia "un appello contro quell'ignobile scelta del Comune di Pomezia, che nega il dolce ai bambini più poveri. E' una vergogna: il bambino con il papà che può permettersi una certa retta avrà il pasto completo con il dolce, l'altro avrà il vassoio senza il dolce. Ma io mi domando: dove andremo a finire...?".

Ma il primo cittadino pentastellato si difende e rilancia: "La polemica sul doppio menu è solo elettorale. E' stata una decisione presa con i rappresentanti dei genitori. Noi aiuteremo chi ha più bisogno, come già facciamo oggi".

Ma il vortice di commenti non si placa. "E' corretto distinguere le rette tenendo conto del reddito delle famiglie, ma dare a un bambino un dolce e a un altro no è poco convincente. Si espongono i bambini alla stupida e avvilente situazione di chi lo riceve e chi no. Basta selezionare sulle tariffe, introdurre la selezione del dolce è ridicolo e umiliante per i bambini" ha detto a Radio 24 il presidente dell'Anci Piero Fassino. E anche da destra piovono le critiche: "Qualcuno fermi il Sindaco pentastellato di Pomezia" dice l'esponente di Forza Italia Luciano Ciocchetti che attacca: "Sarebbe questo il modo che il M5S ha in mente per rivoluzionare la società ed il nostro Paese? La discriminazione in base al reddito è la via della salvezza? E come credono di poter spiegare ai bambini che per loro il dolce non è previsto? Vogliono cambiare il Paese crescendo persone piene di rabbia, frustrazione e rancore? Mi auguro che il sindaco voglia dare risposta a queste domande".

Sulla vicenda interviene duramente anche Federconsumatori: "Ma chi ha deciso a Pomezia di offrire due pasti nelle scuole, uno comprensivo di dolce e l'altro senza? Chi pensa di imitare maldestramente la giunta leghista del comune lombardo che approvò qualcosa di molto simile a questa ignominia? Vergogna! Non c'è altro da aggiungere" afferma Simonetta Cervellini, presidente dell'associazione ricordando i casi di Vicenza e Adro con la mancata erogazione del servizio mensa alle famiglie che non potevano permettersi di saldare la retta. "Come si può pensare di umiliare un bambino con una famiglia povera alle spalle - aggiunge - costringendolo a toccare subito con mano cosa voglia dire l'ingiustizia e la disuguaglianza? Ecco perché si deve immediatamente revocare la decisione. Non ci bastano gli innumerevoli motivi che ci hanno fatto già vergognare nel mondo? Solidarietà è un bene pubblico che va coltivato già da piccoli. Ne abbiamo davvero bisogno soprattutto oggi".