Quota 96: a cosa è servito? Pasquale Almirante, La Tecnica della Scuola 26.7.2014
A due anni
della legge Fornero sulle pensioni, il Governo rende giustizia a
4mila lavoratori colpevolmente impastoiati. Ma a chi e a che cosa è
giovato? A umiliare questo personale e a impinguire gli studi
legali, mentre per la scuola pochi sono stati benefici E in più: cosa si è ottenuto in cambio? Sicuramente tenere fuori dal lavoro altrettanti docenti e personale precario e mandare al lavoro con la forza gente che stava già per uscire e godersi la meritata pensione. Si è ottenuto un risparmio di soldi? Forse, ma a che prezzo? Quanto di questo personale si è assentato, nella comprensibile scelta di preferire la propria salute a un lavoro ormai ritenuto abbondantemente concluso? Quanto di questo personale avrà, e lo ha fatto, inveito contro un governo ritenuto, a ragione, tiranno, perché ha tiranneggiato un diritto, stravolgendolo all'ultimo momento e piegando perfino tutte le regole, accettate, che riguardano la specificità della scuola? E se lo Stato ha forse risparmiato qualcosa, non altrettanto possono dire questi lavoratori dell'istruzione che, per ottenere la giustizia mancata e violata da chi la deve invece garantire, hanno impinguato gli studi legali e fatto lavorare i giudici: dal Consiglio di stato a quelli del lavoro, dai Tar alla Corte costituzionale, ingolfando ancora di più il sistema giudiziario italiano. Elsa Fornero, la promotrice-ministra della legge sulle pensioni durante il governo Monti, è stata chiara: me lo hanno chiesto, ma, se il Parlamento lo avesse voluto, si poteva subito approvare l'emendamento. Ci sono voluti due anni, per approvarlo, e altri due governi: Letta e Renzi. Ma alla fine giustizia è fatta. Consentiteci dunque di brindare, come scrive il nostro Giuliani, con costoro, accanto ai quali, come testata, siamo stati da sempre, sostenendoli con tutte le nostre forze. |