Riforma pensioni: Quota 96 in rivolta,
Il 2 luglio i Quota 96 del settore pubblico e
scolastico di Stefano Calicchio, The Blasting News 1.7.2014 C’è spazio solo per gli esodati, perché le risorse sono limitate e vanno spese dove risultano più urgenti. È questo il concetto finale espresso dal Governo in numerose piroette auliche, in proclami e in stracci di vesti, ma alla fine il discorso è sempre lo stesso: mancano i soldi per porre rimedio al grave pasticcio combinato da un provvedimento adottato durante uno stato di emergenza.
È quindi più che normale (oltre che umanamente comprensibile), che i
lavoratori della scuola beffati dalla cancellazione della famigerata
quota 96 si sentano presi in giro, visto che le comunicazioni su di
un intervento in loro favore e la conseguente fiera dei buoni
propositi non accenna ad un arresto. Hanno scelto il 2 luglio, la data nella quale il Parlamento si troverà a discutere di importanti misure di welfare legate ai pensionamenti, per far sentire tutta la loro rabbia e delusione. La manifestazione avrà luogo davanti alla sede del Ministero del lavoro a Roma. Il ritrovo è a Montecitorio alle ore 9.00 del mattino, quindi ci si sposterà in via Veneto dove (verso le 14.00) proseguirà la protesta.
All’occasione si uniranno ai quota 96 anche le altre categorie che
hanno subito le conseguenze di un aggiornamento legislativo troppo
imprudente e penalizzante, con evidenti lacune normative. I
provvedimenti del Governo di emergenza hanno prodotto ripercussioni
ingenti nella vita delle persone. Parteciperanno, ad esempio, molti
appartenenti alla schiera degli esodati, ma anche coloro che hanno
svolto lavori usuranti e che si sono visti cancellare il diritto ad
una pensione anticipata. D’altra parte i legislatori continuano a manifestare benevolenza e comprensione nei confronti di chi, loro malgrado, si trova a vivere una situazione di pensionamento difficile. Secondo gli esponenti del Governo Renzi le problematiche espresse sono del tutto legittime, ma i problemi non sono stati creati dagli amministratori attualmente in carica, che si trovano a gestire le cose mentre sono legati da strettissimi vincoli di bilancio.
A tal proposito, Cesare Damiano ha ricordato recentemente che gli
esodati sono stati oggetto di “veri e propri errori, di cui hanno
pagato le spese i cittadini”. La presa di coscienza è encomiabile,
ma rappresenta una magra consolazione per chi si trova a
fronteggiare il problema nella vita di tutti i giorni. Non resta che
sperare in un colpo di scena parlamentare nella discussione del 2
luglio, che come nelle migliori delle commedie potrebbe avvenire
proprio quando nessuno se lo aspetta. Qui è possibile consultare il testo originale dell'articolo |