Incontro Aran-Sindacati: La Tecnica della Scuola 11.6.2014
Accordo
raggiunto anche sulle posizioni economiche del personale Ata dal 1°
settembre 2011 al 31 agosto 2014. Soddisfatti i sindacati: più di
così non potevamo fare. Si sottrae però il sindacato di Mimmo
Pantaleo (che approva solo l'accordo su amministrativi, tecnici ed
ausiliari): hanno tolto dal Mof cifre altissime, a regime saranno
350 milioni di euro. L'accordo è stato firmato da tutti i sindacati, tranne la Flc-Cgil che ha sottoscritto solo la parte riguardante il "salvataggio" delle posizioni economiche del personale Ata relative al periodo 1 settembre 2011 - 31 agosto 2014. Al telefono Mimmo Pantaleo, segretario generale Flc-Cgil, ci dice che "la nostra mancata firma deriva dalla sottrazione di una parte consistente del Mof, da cui si finanzia il Fondo d'Istituto: a regime si cancelleranno 350 milioni di euro l'anno. Una quota che mette le scuole ancora più in ginocchio di quanto lo sono oggi". Di diverso tenore sono invece i commenti degli altri sindacati. Ad iniziare da quello della Cisl Scuola, per la quale grazie a questo accordo "anche il 2012 torna ad avere piena validità per le progressioni economiche di chi lavora nella scuola. Avevamo come obiettivo prioritario - spega il leader Francesco Scrima - la tutela del salario fondamentale e lo abbiamo conseguito nell’unico modo oggi possibile, assumendoci ancora una volta la responsabilità delle scelte necessarie". "Il problema degli scatti - continua - è nato nel 2010 e da allora abbiamo cercato di risolverlo attraverso l’iniziativa e le intese sindacali che siamo stati capaci di costruire, misurandoci con vincoli e opportunità ancora oggi tutti presenti, nonostante si siano avvicendati quattro governi e almeno altrettante maggioranze. Se non avessimo giocato con determinazione il nostro ruolo di sindacato, delegando le soluzioni alla politica, saremmo ancora a mani vuote". E' importante per la Cisl aver anche sottoscritto l’accordo sul personale ATA, "che fa salve le posizioni economiche dal 1° settembre 2011 al 31 agosto 2014. Viene rimosso definitivamente, per gli interessati, il rischio di dover restituire soldi già avuti in busta paga. Nel contesto normativo vigente, era impossibile ottenere di più; resta fermo per noi l’obiettivo di riconfermare anche in prospettiva un istituto contrattuale che dà risposta alla crescente complessità della gestione delle scuole. È anche questa una delle ragioni che rendono quanto mai urgente - conclude Scrima - il rinnovo di un contratto fermo ormai da sette anni". Anche secondo il segretario generale dello Snals-Confsal, Marco Paolo Nigi, è stata “evitata l’ennesima ingiustizia ai danni del personale della scuola. Il personale della scuola - ricorda Nigi - già subisce, come tutto il pubblico impiego, le conseguenze negative del blocco contrattuale in atto da anni, e questo nonostante l’evoluzione normativa e le riforme in atto abbiano determinato continui aggravi in termini di prestazioni, soprattutto per gli adempimenti burocratici. “Ora – ha dichiarato il segretario Nigi - si deve affrontare e vincere la battaglia legata al rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro”. Soddisfazione moderata viene espressa da Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, secondo cui è stato“portato a casa un risultato importante per tutti i docenti ma non possiamo esultare perchè manca ancora all'appello lo scatto del 2013. Le progressioni di carriera saranno corrisposte sia ai docenti che le hanno già maturate, sia a quelli che devono ancora raggiungerle. Ma per siglare l'accordo – sottolinea Di Meglio – è stato necessario sacrificare il Fondo di istituto perchè il Governo ci ha privato di ciò che ci spettava destinando altrove i risparmi derivanti dai tagli”. Di Meglio riferisce anche che è stato scongiurato “all'ultimo minuto il rischio che chi aveva percepito lo scatto nel 2013 dovesse restituirlo, una manovra che avrebbe provocato una pesante decurtazione della busta paga”. Decisemente critico è invece il parere dell'Anief, secondo il quale "c’è poco da esultare: per permettere di assolvere il diritto degli aumenti stipendiali automatici - conteggia il sindacato guidato da Marcello Pacifico - vengono tagliati in modo irrecuperabile 124 milioni di euro nel 2013 (che si aggiungono ad altri 280 già cancellati), circa 550 milioni per il 2014 e 350 milioni per il prossimo anno. Con la prospettiva che il taglio di oltre un terzo del MOF diventi permanente. Bisognava invece puntare allo sblocco del contratto e far avere 1.200 euro l’anno a dipendente dal 2010. Non bastano gli aumenti riservati soltanto ad una parte, peraltro in cambio di tagli e calpestando il diritto costituzionale (art. 36) ad un’equa retribuzione. Con la paga base che rimarrà ferma per altri tre anni e mezzo ai valori del 2009. Nella PA nessun dipendente percepisce stipendi più bassi", conclude l'Anief. "Questo è l’ultimo accordo che si rende necessario per pagare gli scatti– spiega il segretario della Uil Scuola, Massimo Di Menna - che fa riferimento al terzo anno del triennio 2010 – 2012. E’ anche l’ultimo che vede nelle risorse impiegate anche parte del fondo di istituto. La proposta Uil è incentrata sul meccanismo della massima flessibilità considerato che risultano ampie risorse non utilizzate. A partire dal 2014 – precisa di Menna - resta congelato il 2013 ai fini del calcolo dell’anzianità – si ripristinerà il meccanismo degli scatti con una crescita stipendiale legata all’anzianità di servizio. La sfida sarà quindi ora sul versante contrattuale per la qualità della scuola pubblica e il riconoscimento professionale di chi ci lavora. Il presidente del Consiglio ora deve dare seguito a quanto affermato in più sedi in merito alla centralità dell’istruzione, sul prezioso lavoro che si svolge nelle scuole, sulle basse retribuzioni. Siamo pronti al confronto– commenta Di Menna – gli annunci vanno trasformati in proposte concrete, accanto allo spread delle borse c’è uno spread da sistemare, quello della spesa per la scuola italiana molto più bassa rispetto alla media degli altri paesi europei. Se si vuole davvero guardare al futuro l’istruzione è elemento centrale – conclude Di Menna - il contratto è la via per riconoscere le professionalità senza, come avviene in tutti i paesi europei, tranne la Svezia, disconoscere l’esperienza". |