Settimana corta a scuola, genitori dicono no
ma la Provincia prosegue per la sua strada

La Provincia garantisce che l’attuazione di questo piano settimanale, porterà ad una diminuzione dei costi, al risparmio sul trasporto pubblico e garantirà alle famiglie di trascorrere più tempo assieme

 La Voce di Venezia, 5.6.2014

Via libera alla settimana corta, anche se autorizzazione dell’assemblea delle famiglie. Secondo quanto stabilito dalla Provincia infatti, da settembre, nelle scuole superiori di Mestre, San Donà di Piave e Portogruaro, il nuovo anno scolastico sarà articolato in cinque settimanali, dal lunedì al venerdì.

Dalla Provincia, nonostante il no ricevuto anche da parte di alcuni presidi degli istituti e dei licei, garantiscono che l’attuazione di questo piano settimanale, porterà ad una diminuzione dei costi, al risparmio sul trasporto pubblico e garantirà alle famiglie di trascorrere più tempo assieme.

I genitori però, soprattutto quelli dei ragazzi che abitano nel Veneto orientale, si dicono contrari. A Portogruaro e a San Donà di Piave, le corse dell’autobus sono appositamente riservate agli studenti e mentre a Mestre e Venezia i ragazzi potranno andare a scuola di sabato arrangiandosi con i mezzi urbani, gli altri studenti non potranno farlo.

La Provincia, nella figura dell’Assessore alla Viabilità, Giacomo Grandolfo, ha infatti dichiarato: ‘’Se c’è qualche istituto che vuole continuare con le lezioni al sabato noi possiamo garantire il riscaldamento, ma non il trasporto pubblico. I dirigenti lo devono sapere, e devono assumersi la responsabilità di questa scelta, comunicandola ai docenti, agli studenti e ai loro genitori’’.

I genitori del liceo Bruno-Franchetti di Mestre sono stati gli ultimi ad incontrarsi per discutere sull’argomento, ‘’avevamo invitato la presidente della Provincia e gli assessori competenti ma non sono venuti’’ ha spiegato la presidente del consiglio d’istituto ‘’L’attuale programmazione scolastica dei licei, comprese le attività aggiuntive dei pof, i piani di offerta formativi, è incompatibile con una scuola su cinque giorni, quindi noi andiamo avanti per la nostra strada, anche perché di atti ufficiali da parte della Provincia ancora non ne abbiamo visti’’.