RIFORME&ESAMI
Come cambierà la maturità: Al lavoro al ministero per l’anno prossimo: va a regime la riforma Gelmini di Giuseppe Tesorio, Il Corriere della Sera scuola 12.6.2014
La Maturità 2014 è l’ultima della “vecchia” scuola, l’ultimo esame
che si realizza sulla base della legge 425 del 1997 (e del
Regolamento attuativo, dpr 323/98). Con il prossimo anno scolastico
va a regime anche il quinto anno della Riforma avviata nel 2010 dal
ministro Gelimibi e, cambiati i programmi di licei e istituti,
cancellate le vecchie sperimentazioni, le prove dovranno tenere
conto dei nuovi programmi. Non si tratta di una riforma vera e
propria, ma di una revisione certamente. Per rendere le prove più
coerenti con gli indirizzi andati a regime con la riordino firmato
dal ministro Mariastella Gelmini, primo fra tutti il liceo musicale
o coreutico che per la prima volta l’anno prossimo affronterà
l’esame di maturità.
Al ministero stanno lavorando per l’esame 2015 che, ovviamente,
dovrà essere presentato a settembre per non mettere in ansia i
futuri maturandi e gli stessi insegnanti. I più toccati dai nuovi
ordinamenti sono gli istituti tecnici e professionali, unitamente ai
licei linguistici (molto meno coinvolti i licei classici).
Cambieranno le modalità di valutazione del curriculum visto che si è
data molta più importanza alle attività laboratoriali, e agli stage,
e alle competenze da acquisire con i più svariati e più aggiornati
metodi e strategie. E in queste nuove modalità, che peso avrà la terza prova? Pare che sia troppo difficoltoso organizzare una terza prova nazionale curata dall’Invalsi (dal punto di vista economico e non solo, basti pensare alla diseguaglianza nelle programmazioni didattiche delle scuole). Così, al ministero pensano solo a qualche ritocco: per esempio, farla confezionare sempre dalle singole scuole, ma con criteri e indicazioni nazionali (magari una terza prova non redatta dalla singola classe, ma valevole per tutte le classi d’esame del singolo istituto). Potrebbe sparire anche la tesina, sempre più contestata da insegnanti e studenti perché a parte casi di eccellenza si riduce al copia e incolla di vecchi lavori. Sul tavolo di lavoro, poi, rimangono gli altri (i soliti) problemi legati alla formazione delle commissioni, al costo complessivo di tutta l’operazione, al reale peso che l’esame ha nell’ammissione ai corsi universitari (e nella Riforma, le classi quinte del prossimo anno dovranno tenere a battesimo le nuove strategie di raccordo tra scuola superiore e università o il mondo del lavoro). |