Esame I Ciclo: di Giuseppe Guastini, Educazione & Scuola 21.6.2014 Il bollettino dei dispersi è ricco di vittime illustri (consiglio orientativo, carta dei servizi, patto educativo di corresponsabilità, certificato delle competenze etc), quasi tutte archiviate alla voce “disbrigo pratiche di routine” in stile Filini, al punto che oggi con “dispersione scolastica” non si allude più soltanto al grappolo delle espressioni dell’insuccesso scolastico ma – appunto - ai tanti impegni solenni parcheggiati nelle retrovie della burocrazia scolastica. Questa volta vi voglio parlare del “colloquio pluridisciplinare”, un desaparecido che nei primi anni ’80 ha goduto di grande considerazione. Prima del 1981 la parte orale dell’esame di licenza media (prima o poi qualcuno vorrà spiegare il significato epistemologico e docimologico della distinzione scritto/orale per le discipline non linguistiche; pensate che molti qualificano la prova INVALSI come “prova scritta”, solo perché i ragazzi fanno uso di carta e penna; chissà come la chiameranno quando e se i questionari si compileranno online) si svolgeva più o meno così: il candidato si sedeva su una sedia davanti allo schieramento dei professori ciascuno dei quali, in rigida sequenza gerarchica (Italiano, storia/ geografia, matematica etc) lo interrogava sulla propria disciplina. Il 26 agosto del 1981 è stato emanato un importante Decreto Ministeriale denominato “Criteri orientativi per gli esami di licenza media”: http://www.edscuola.it/archivio/norme/decreti/dm26881.html
Ecco alcuni stralci significativi: “L’aspetto fondamentale di questo esame deve essere la sua caratterizzazione educativa….., COLLOQUIO PLURIDISCIPLINARE La commissione imposterà il colloquio……evitando peraltro che esso si risolva in un repertorio di domande e risposte su ciascuna disciplina, prive del necessario organico collegamento…… ….Pertanto il colloquio non deve consistere in una somma di colloquio distinti… …la capacità di collocazione storica può essere accertata anche in una conversazione relativa agli sviluppi della tecnica….. Modalità del colloquio ……Le linee offerte – disciplina per disciplina – non costituiscono invito…a condurre il colloquio attraverso l’accertamento della preparazione conseguita nelle singole discipline……., ma…..la maturità globale dell’alunno…..
COSA IN REALTA’ ACCADE Come si vede si tratta di affermazioni importanti e lungimiranti; sfortunatamente, girando per le scuole, si vede come invece in tante realtà si continua a fare come si faceva prima degli anni ’80: interrogazioni distinte, random e scollegate disciplina per disciplina, a conferma del fatto che la vera formazione materiale dei docenti, in assenza di quella istituzionale, la fa la consuetudine. Ora è vero che: a) il MIUR ha ormai da tempo disinvestito e non ha una politica per le risorse umane; b) il corpo docente italiano mostra una scarsa tenuta anti-Filini; ma su molte sparizioni eccellenti dobbiamo riconoscere che anche noi DS portiamo le nostre responsabilità.
UN METODO MOLTO SEMPLICE Richiamato che per “pluridisciplinarità” intendiamo la collaborazione occasionale di varie discipline – che tuttavia mantengono la propria struttura identitaria e autonomia – in vista di un compito o un argomento, esiste un modo molto semplice per corrispondere alle indicazioni del decreto dell’81: quello della proposizione di argomenti trasversali. Si tratta in sostanza di assegnare a ciascun candidato, più o meno nel mese di marzo antecedente la sessione d’esame (il colloquio pluridisciplinare non si può improvvisare): a) un argomento pluridisciplinare, da sviluppare impiegando i vari contributi disciplinari; b) un docente tutor, che lo segue durante lo sviluppo. L’esempio che solitamente porto per illustrare questa modalità è il “mar Mediterraneo”, un argomento trasversale che può essere sviluppato soltanto mediante l’impiego coordinato di varie discipline:
Poiché ciascuna disciplina non consta solo di contenuti (domini) ma anche di una”metodologia” (ossia come “funziona” quella disciplina) e di propri linguaggi, il metodo pluridisciplinare prevede l’integrazione anche di: linee metodologiche:
etc e linee linguistiche:
Terminato il percorso di elaborazione, il candidato illustra il lavoro svolto nell’ambito del colloquio; gli insegnanti a loro volta potranno accertare tanto lo sviluppo delle competenze (strettamente) disciplinari che la capacità del loro impiego in altri ambiti di lavoro.
PLURIDISCIPLINARITA’ E PLURIMEDIALITA’ Il recente sviluppo delle tecnologie digitali permette di allargare la nozione di pluridisciplinarità sino a ricomprendere quello della plurimedialità; si tratta cioè di aggiornare il colloquio orale con un format che integri anche i canali video, audio etc.
Il presidente provinciale Giuseppe Guastini
1) “mister tambourine man”, nel gergo del Greenwich Village degli anni ’60 era lo spacciatore di droga. http://it.wikipedia.org/wiki/Greenwich_Village http://it.wikipedia.org/wiki/Mr._Tambourine_Man 2) linguaggi formalizzati e formali non sono la stessa cosa: i linguaggi formalizzati fanno uso della lingua-madre avendo introdotto le convenzioni semantiche specifiche della disciplina (“il lavoro è il prodotto scalare della forza per lo spostamento”; Fisica); i linguaggi formali fanno uso di segni ad hoc:
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