La spending review
taglia posti di sostegno?

da Tuttoscuola, 21.1.2014

L’incremento straordinario dei posti di sostegno registrato quest’anno – quasi 9 mila unità in più – rispetto allo scorso anno non poteva non allarmare il MEF che già aveva dato segni di nervosismo quando era stata superata la soglia dei 100 mila posti in organico di fatto (101.301 nel 2012-13).

Ora che i posti di sostegno hanno fatto un notevole salto avanti, toccando quest’anno quota 110.216, con un tasso di incremento (8,8%) superiore alla percentuale di aumento degli alunni disabili (3,7%) registrato nel medesimo periodo (202.314 nel 12/13 e 209.814 nel 13/14: più 7.500, pari a + 3,7%), il MEF non poteva rimanere indifferente.

Sembra infatti che negli interventi di riduzione della spesa previsti dalla legge di stabilità a carico del Miur vi sia proprio l’obiettivo di ridurre i costi dei posti di sostegno. Un apposito gruppo di lavoro sarebbe stato incaricato di preparare il taglio di organico, proprio nel momento in cui il settore va verso una consistente stabilizzazione dei posti.

Se proprio si dovrà intervenire con riduzione dei posti (o con un congelamento dell’esistente), si dovrebbe cominciare dalle regioni che hanno un rapporto disabili/sostegno molto al di sotto del rapporto medio nazionale sceso ora a 1,90 alunni disabili per docente.

Ad oggi si registra infatti uno stato di non equa distribuzione dei posti di sostegno, pesantemente sbilanciata a favore del Sud e delle Isole, con il Molise a 1,45, la Basilicata a 1,57, la Calabria e la Campania a 1,58.

Poiché il contenimento dell’organico di fatto non potrà che avvenire dal prossimo anno scolastico, c’è da chiedersi se non vi siano altre forme di razionalizzazione della spesa per il sostegno. Virtualmente sono possibili altre forme, più eque, ma richiederebbero più tempo. Sarebbe necessaria, ad esempio, un controllo a monte sulle certificazioni e sul peso orario di sostegno assegnato dalle Asl, oltre, naturalmente, ad una verifica, a valle, dell’efficacia del sostegno.