Allarme scuola, a rischio quasi due edifici su tre. A dirlo il Rapporto 'Ecosistema scuola' di Legambiente. Il 37% delle strutture necessita di manutenzione urgente; il 40% è privo del certificato di agibilità. Appena tre le province virtuose; la Capitale ancora senza un censimento ufficiale la Repubblica scuola 8.1.2014 ROMA - È sempre più critica la condizione in cui versano le scuole italiane. Edifici trascurati, strutture fatiscenti e la mancanza di garanzie sulla sicurezza mettono, così, a rischio l'incolumità di studenti, docenti e dipendenti. Inquietanti i dati che emergono dal Rapporto 'Ecosistema scuola' 2013, elaborato da Legambiente. Numeri che, se analizzati a fondo, invitano senza dubbio a intervenire quanto prima. Trento provincia virtuosa. L'indagine ha monitorato la qualità delle strutture e dei servizi della scuola dell'infanzia, primaria e secondaria di primo grado di 94 capoluoghi di provincia. E i risultati ci dicono che sono ancora pochi i casi in cui le scuole risultano sicure e sostenibili. La rosa può essere ristretta a Trento, portabandiera dell'eccellenza, a Prato e Piacenza. Troppe, al contrario, le inadeguatezze da fronteggiare che accomunano il nord e il sud del Paese. Questo nonostante gli investimenti nell'edilizia scolastica siano ripartiti e sembrano essere per la prima volta più consistenti rispetto al recente passato. Classi poco sicure. Presi in esame, in totale, 5.301 edifici. Di questi circa il 62% è stato costruito prima del 1974, mentre solo il 4,8% è stato costruito tra il 2001 e il 2002. Appena lo 0,6% risulta edificato con criteri di bioedilizia; dodici i comuni che hanno deciso di investire in questo settore. A preoccupare è anche un altro dato: appena il 9% delle scuole, infatti, è stato costruito con criteri antisismici. La verifica di vulnerabilità sismica è stata realizzata solo sul 27% degli edifici. Mentre nei comuni che si trovano in aree a rischio sismico e idrogeologo solo il 21% gli edifici ha compiuto la verifica di tenuta delle strutture. Ma non finisce qui, perché il 37% delle scuole avrebbe bisogno di interventi di manutenzione urgente, il 40% sono ancora oggi prive del certificato di agibilità, il 38% si trova in aree a rischio sismico e il 60% non ha il certificato di prevenzione incendi.
Torino sì, Roma non pervenuta.
A guidare la classifica regionale è l'Emilia-Romagna, con 4
città tra le prime dieci. Tra le grandi città il primato della
qualità va a Torino (tredicesimo posto totale) seguita da Firenze
(venticinquesima), in flessione rispetto allo scorso anno, mentre
sale in classifica Milano (in 33esima posizione). Anche quest'anno
Napoli (37esima) risulta prima tra le grandi città del sud.
Preceduta, però, dalle medio-grandi Lecce (27esima) e Benevento
(31esima), anche se entrambe in discesa rispetto allo scorso anno.
Torna in graduatoria per la prima volta anche L'Aquila, dopo il
terremoto del 2009, conquistando la parte nobile della classifica,
anche se i suoi dati non sono confrontabili con quelli di altri
capoluoghi a causa della collocazione di diverse scuole in strutture
'provvisorie' che andranno dismesse nei prossimi anni a favore della
ricollocazione definitiva. Autentica nota dolente Roma, da diversi
anni esclusa dalla graduatoria a causa dell'assenza di dati certi
sul proprio patrimonio scolastico visto che la Capitale, ormai da
diversi anni, presenta dati incompleti. Meno barriere architettoniche. In lieve crescita, invece, i dati sull'accessibilità per persone disabili: oltre l'82% degli edifici ha i requisiti di legge, il 16,4 % ha realizzato interventi per l'eliminazione delle barriere architettoniche. Sul fronte delle certificazioni, rimangano stabili i dati relativi alle porte antipanico (90,2%), agli impianti elettrici a norma (83,4%). Scuole eco-sostenibili. Novità positiva di quest'anno è anche il trend positivo registrato nell'uso delle fonti rinnovabili e dell'efficienza energetica. Dal 2008 al 2013 le scuole che utilizzano fonti di energia rinnovabile sono passate dal 6,3% al 13,5%. L'80% degli edifici ha installato impianti solari fotovoltaici, il 25% ha impianti solari termici, l'1,6% impianti di geotermia e/o pompe di calore e lo 0,4% ha impianti a biomassa. Infine il 9,6% utilizza il mix di fonti rinnovabili. La percentuale media di copertura dei consumi da fonti rinnovabili, negli edifici dove sono presenti, è del 35,6%, con situazioni ideali a Prato, dove la copertura è del 100%. L'Aquila è invece la città dove in tutti gli edifici scolastici, in cui sono stati installati impianti di energia rinnovabile viene utilizzato il mix di fonti. Tra le regioni che spiccano per l'utilizzo delle fonti rinnovabili ci sono Puglia (59,15), Veneto (32,7%), Abruzzo (28, 9%), Sardegna (23,8%) e Emilia-Romagna (23,6%). Anche quest'anno fanalino di coda sono Basilicata e Molise, i cui comuni capoluogo dichiarano di non avere edifici scolastici che utilizzano fonti di energia pulita. Inquinamento sottovalutato. In lieve crescita i dati sul radon, che viene monitorato dal 34,8% delle amministrazioni. Preoccupano invece quelli relativi all'amianto, con una diminuzione dei comuni impegnati nell'effettuare i controlli in questione negli edifici scolastici. Aumentano, invece, i casi certificati di amianto (10,5%) e quelli sospetti (3,1%). Problemi di monitoraggio si riscontrano anche per le fonti d'inquinamento ambientale esterne come elettrodotti, emittenti radio televisive, antenne dei cellulari. L'11,6% degli edifici si trova a meno di un km da fonti di inquinamento acustico, mentre sono il 2,2% quelli che si trovano vicino a emittenti radio televisive. Nel 2012 sono solo 5,19% i comuni che hanno monitorano le scuole situate vicino agli elettrodotti (3,6%), solo il 10,8% delle amministrazioni ha realizzato monitoraggi sulle scuole che si trovano in prossimità di antenne cellulari (14,1%). |