Quante aziende private nella scuola pubblica

L'ingresso dei grandi privati nella scuola italiana è un fatto

 di Corrado Zunino, Repubblica La scuola siamo noi 28.1.2014

L'ingresso dei grandi privati nella scuola italiana è un fatto. I numeri della scuola - otto milioni di studenti dalla prima elementare alla quinta superiore - lo stato boccheggiante della maggior parte degli istituti, la "revisione di spesa" strutturale sulla funzione pubblica sono stati il corollario al fenomeno e il richiamo naturale. Con l'ultimo salone Abcd allestito alla Fiera di Genova, un riferimento ogni metà novembre per la scuola italiana, 45 mila presenze, 240 espositori, le multinazionali del tecnosapere e le grandi aziende culturali italiane hanno bussato alle porte - sfondate - della scuola pubblica. "Per offrire una sinergia". Un'occasione per la scuola, senz'altro. E un rischio, quando non è la mano pubblica a poter dirigere le sinergie.

L'elenco di multinazionali e aziende che hanno offerto i loro prodotti è vasto e impegnativo. Vodafone ha proposto le sue soluzioni 2.0 (Vodafone smart education): sussidiario interattivo, registri digitali. Promettendo bassi costi. Casio, la storica azienda americana delle calcolatrici, ha presentato i videoproiettori ecologici. La Plurio, invece, la stazione di ricarica per tablet e smartphone che somiglia a un juke box. La Did@net il suo registro elettronico e la Ggnet un EasySchool che arriva a gestire le esigenze dietetiche degli studenti. La scuola italiana, sì, è diventata un grande mercato dove vendere prodotti (presentandoli prima in fiera). L'infrastruttura di base della stessa  scuola - connessione a internet, banda larga - fatica a fare sua la potenzialità dell'offerta.

Il progetto Eureka!, pensato per 12 mila istituti, è prodotto da una "Ati" del sapere: Giunti Scuola, Intel, Microsoft. In questo caso agli studenti saranno dati in dotazione tablet e notebook Acer con preinstallati sistemi per sviluppare la capacità di comunicare e collaborare, esercitare un pensiero critico e usare gli strumenti digitali. Samsung è già in 25 classi in sette regioni con Abcd Smart Future: offre un pc, in questo caso gratuitamente, che punta sulla formazione degli insegnanti. I tecno-burocrati del Miur hanno benedetto personalmente tutte le iniziative, alle presentazioni sono andati diversi docenti e presidi. C'è voglia di tecnologia e di crescere nella scuola pubblica italiana, indubbiamente.

Poi c'è la Iper, grande distribuzione, 26 supermercati in Italia. Sotto l'egida del ministero dell'Istruzione sta realizzando "Primi della Classe": i clienti che faranno una spesa di almeno 25 euro riceveranno un album con le figurine di Scooby Doo. I loro figli dovranno appiccicarle sulla Carta fedeltà 10 e, quando sarà completa, consegnare l'album a scuola. La scuola (con le porte sfondate, appunto) riceverà in premio lavagne multimediali, pc, tablet, stampanti, fotocamere, collane di libri, software didattici, banchi per bambini disabili, giochi, gite educative, carta igienica, fazzoletti, prodotti per la pulizia degli ambienti, biglietti d'ingresso ai musei. Sono stati coinvolti 4.300 istituti (dalla materna alle superiori), ci sono premi per 3,5 milioni di euro. Iper ha nuovi clienti assicurati.

La Boeing (aerei civili e militari), infine, è alla terza edizione di un programma nazionale di educazione ambientale per le scuole (600 insegnanti, 1.400 classi). I voli aerei, è certificato, sono tra le cause maggiori al mondo di produzione di CO2. La Boeing distribuisce un poster-gioco per ogni classe: i protagonisti del poster, Vito Lavite e Vera Lasfera, guidano i bambini in un viaggio a bordo del nuovo aereo ecologico Boeing 787 Dreamliner alla scoperta dei cinque continenti. Si chiama fidelizzazione del futuro cliente.