Scuola a pezzi, faremo un questionario on line

di Reginaldo Palermo, La Tecnica della Scuola 5.1.2014

Mentre i problemi della scuola italiana sono ben noti alla stragrande maggioranza di chi la scuola la vive quotidianamente, il Ministro propone un sondaggio nazionale.


L’idea del questionario on-line sulla scuola del ministro Carrozza è la prova provata che, ormai, chi governa (o meglio dovrebbe governare) il sistema scolastico italiana non sa più davvero che pesci pigliare.

Oltretutto i tempi proposti dal Ministro sono biblici, del tutto lontani dalle necessità reali della scuola italiana.

Maria Chiara Carrozza parla di raccogliere i risultati del questionario entro il mese di giugno e di offrire alla scuola risultati e proposte concrete a partire dal mese di settembre.

Purtroppo la difficile situazione in cui versa la nostra scuola necessita di tempi rapidi, rapidissimi, aspettare a settembre vuol dire perdere ancora un altro anno.

E poi, suvvia, ma davvero c’è bisogno di un sondaggio on line?

Ma, il Ministro pensa che alla eventuale domanda “Sei soddisfatto/o delle modalità di pagamento dei supplenti” ci possa essere più del 2% che risponde affermativamente (nei questionari, anche le risposte più strampalate vanno pur messe nel conto, perché non si devono mai escludere gli errori o altri meccanismi non controllabili a priori).

C’è bisogno di mettere in piedi un marchingegno del genere per sapere quali sono le 4-5 cose più urgenti e importanti da fare?

Per sapere che il problema del precariato non può essere trascinato all’infinito e che le scuole hanno bisogno di fondi per far funzionare fotocopiatrici e stampanti, per fare la manutenzione dell’hardware o anche solo per comprare candeggina e carta igienici, bisogna chiederlo on line a docenti, dirigenti scolastici, genitori e alunni?

Francamente l’idea del questionario ci sembra davvero balzana.

Sarebbe come se, fermi sul ciglio della strada perché siamo rimasti senza benzina, fermassimo gli automobilisti che passano chiedendo se hanno qualche buona idea su come fare per ripartire.

Ci par di ricordare che appena insediata al Ministero, Carrozza disse che avrebbe iniziato a girare l’Italia per parlare con insegnanti e dirigenti e ci risulta che in effetti così abbia fatto.

Possibile che dopo più di 6 mesi di pellegrinaggi abbia ancora bisogno di raccogliere idee e proposte?

A noi, sinceramente, sembra che questa trovata sia solo una ulteriore perdita di tempo (ma potrebbe essere l’ennesima operazione un po’ demagogica secondo il miglior “made in Italy” della politica).