Tagli al fondo di istituto:
interviene Manuela Ghizzoni

di R.P. La Tecnica della Scuola 15.2.2014

La parlamentare del PD risponde ad una lettera di proteste dell'Istituto professionale "Meucci" di Carpi dove genitori, studenti e operatori scolastici protestano vivacemente per le pesanti decurtazioni subite dal fondo di istituto.


Sulla questione della riduzione del fondo d’istituto interviene anche l’onorevole Manuela Ghizzoni, vicepresidente della Commissione Cultura della Camera che scrive al Consiglio d’Istituto dell’Istituto professionale “Meucci” di Carpi (Modena) che, nei giorni scorsi, aveva approvato un documento sull’argomento inviato al Ministro dell’Istruzione e anche al Presidente della Repubblica.

Docenti e genitori del “Meucci” di Carpi hanno messo nero su bianco la situazione drammatica delle loro scuola che aspetta ancora di ricevere dallo Stato 200mila euro per spese di supplenze e commissioni d’esame che la scuola stessa aveva anticipato negli anni passati.
Ma il problema che da Carpi viene ora sollevato riguarda il fondo di istituto che era di 176mila euro nel 2011/2012, di 137mila nel 2012/2013 ed è ora ridotto a 72mila euro.
In questi anni - dicono docenti e insegnanti del “Meucci” - le risorse sono servite per migliorare l’offerta formativa della scuola e in particolare per promuovere attività e iniziative di raccordo con le aziende del territorio che ora dovranno essere pesantemente ridimensionate.

Ghizzoni ha prontamente risposto ricordando che in Parlamento si sta appunto discutendo la conversione in legge del decreto sugli scatti stipendiali.

“Condivido le preoccupazioni di studenti, genitori, insegnanti, dirigenti e personale Ata” sostiene la parlamentare del PD che aggiunge: “Una riduzione così forte delle risorse per il miglioramento dell’offerta formativa non potrà non avere pesanti ricadute sull’autonomia scolastica e sulla qualità dell’offerta didattica dei singoli istituti. E questo l’ho detto in tempi non sospetti, cioè quando a fine 2012 l’allora governo Monti stipulò l’accordo che reperiva i fondi per il pagamento degli scatti stipendiali 2011 direttamente dal Mof, il fondo per il miglioramento dell’offerta formativa”.

“Non si può usare il Mof come un bancomat - prosegue Ghizzoni - una strategia che ricorda troppo da vicino quelle adottate dal, non certo rimpianto, ministro Tremonti con i fondi FAS, i fondi destinati alle aree sottoutilizzate ri-orientati su una variegata gamma di altri usi”.

Secondo la vicepresidente della Commissione Cultura la conversione in legge del decreto sugli scatti “è l’occasione giusta per cambiare strada rispetto al passato: bisogna immettere risorse fresche per il buon funzionamento della scuola”.

Vedremo già nei prossimi giorni se l’appello che arriva da Carpi, e che in realtà rappresenta le esigenze di tutte le scuole italiane, sarà raccolto dal ministro e dal nuovo esecutivo.