Sostegno: l’obiettivo della stabilizzazione TuttoscuolaNews, n. 620 3.2.2014 Tra piano triennale 2013-2015 di stabilizzazione dei posti di sostegno previsti dall’art. 15, c. 2 della legge 128/2013 “L’istruzione riparte” e piano triennale 2014-16 di assunzione previsto dal 1° comma della stessa norma, dovrebbero essere messi in ruolo da qui al 1° settembre 2016 circa 30 mila (29.896) docenti di sostegno: 26.684 sui nuovi posti stabilizzati e altri 3.212 su posti che si renderanno vacanti e disponibili per effetto del turn over. Per questi ultimi il Miur ha effettuato un calcolo di minima, calcolando i pensionamenti certi che si verificheranno nel corso del triennio, ma potrebbero essere di più, perché il calcolo del ministero non può considerare nel numero dei posti disponibili anche quelli che si renderanno vacanti per effetto del passaggio a posto comune per fine quinquennio dei docenti di sostegno. Per quanto riguarda invece i posti di sostegno stabilizzati (saranno 26.684 tra il 2013 e il 2015), il Miur ha quantificato le quote di posti corrispondenti alle percentuali di stabilizzazione previste dal piano (4.447 per 2013-14 per effetto dell’incremento del 75%; 13.342 per il 2014-15 dovuti all’incremento del 90% e, infine, ulteriori 8.895 per il 2015-16 per l’incremento al 100%). Il settore del sostegno troverà a quel punto un buon livello di stabilità, garantendo quella continuità didattica che è premessa per la qualità del servizio. Tuttavia l’obiettivo di elevati livelli di stabilizzazione dichiarato e affermato dal ministro Carrozza fin dall’inizio del suo mandato potrebbe essere in parte vanificato dall’aumento straordinario in organico di fatto dei posti di sostegno. Come nella tela Penelope. Già in questo anno scolastico, a causa del vertiginoso aumento dei posti di fatto (110.216) a fronte dei posti in organico di diritto, risulta stabilizzato soltanto il 61,5%. Nel caso ipotetico (poco probabile) che da qui al 2015 i posti di fatto del sostegno non aumentino nemmeno di un’unità per intervento del MEF, la percentuale di stabilizzazione non andrebbe oltre l’81,7%: sarebbero quasi 20 mila i posti di sostegno non stabilizzati. A patto che da qui a là i posti di fatto non continuino ad aumentare. |