Precari, stipendi bloccati e black out Sidi:
questa sarebbe la Buona Scuola?

 La Tecnica della Scuola 18.12.2014

Dal Miur si sono sforzati più volte di dire che tramite la piattaforma del cedolino unico avrebbero pagato tutti i supplenti ‘brevi’ assunti a novembre e dicembre. Il sottosegretario Davide Faraone ha usato toni trionfalistici per il via libera dei fondi da parte del CdM. Ma il Sistema informativo dell’Istruzione non si apre e non permette di pagare. E, comunque, non ci sarebbero i soldi per tutti. Non sarebbe il caso che qualche dirigente pagato profumatamente desse delle spiegazioni? E chiedesse scusa ai precari che passeranno il Natale senza stipendio?

Più volte in questi ultimi giorni, il Miur ha tenuto a far sapere, anche nero su bianco, che il Sidi, il Sistema informativo dell’Istruzione, nato per supportare gli uffici amministrativi scolastici, resterà aperto sino a notte fonda. Dall’amministrazione si sono sforzati in più occasioni di dire che sulla piattaforma del cedolino unico avrebbero accreditato i denari necessari per pagare tutti i supplenti ‘brevi’ per il loro lavoro svolto nei mesi di novembre e dicembre.

Addirittura il Governo si è esposto, coi i toni trionfalistici del sottosegretario Davide Faraone, che di sabato pomeriggio ha scomodato il suo ufficio stampa per fare sapere che il via libera ai 64 milioni di euro stanziati il giorno prima dal CdM, proprio per i pagamenti delle supplenze 'brevi, rappresentano “un gesto politico di grande rilevanza. È un chiaro segnale che questo governo sta investendo molto nella scuola e non intende penalizzare chi, come i docenti e il personale ausiliario tecnico e amministrativo, lavora ogni giorno per il funzionamento dei nostri istituti”.

Tutto bene, quindi? Neppure per idea: i soldi accreditati sono in genere poco più della metà dei fondi necessari. E, come non bastasse, il Sidi non funziona: non è raggiungibile, non si apre, non permette di pagare. E, comunque, non ci sarebbero i soldi per pagare tutti.