Più lingua straniera. Più arte. Più musica. Ma, «e questo non ce lo aspettavamo», anche più educazione civica. Sì a insegnanti più formati, ma anche ad un loro riconoscimento giuridico, sì ad una rete tra scuola ma non ad una competizione tra loro, dubbi sulla valutazione e sull’autovalutazione (chi giudica?), o a cambiare i cicli scolastici, sì ad una retribuzione legata al merito, ma che consideri anche l’anzianità (sistema misto). E ancora: va bene l’alternanza scuola-lavoro, ma con relazioni più strette tra scuola e imprese ma senza un intervento diretto delle aziende sulla didattica. La strada è segnata: «Il primo settembre 2015 dovrà entrare in vigore».
Così, il 15 dicembre, ad un mese esatto dal fine della consultazione online e offline, il Miur rivela i risultati della «Buona scuola», la consultazione pubblica lanciata a settembre dal governo per «costruire», insieme a studenti, insegnanti e famiglie, il progetto di riforma del sistema educativo italiano. «Oggi è un giorno di festa per la scuola italiana», sorride la ministra dell’Istruzione Stefania Giannini. Perché sottolinea: «Abbiamo raggiunto il 70 per cento delle scuole italiane, la più grande consultazione mai fatta in Europa, non ci sono dubbi sul successo del metodo che il governo ha scelto per chiedere al Paese un contributo sulla scuola».
Inglese, arte e musica
Quesiti, dibattiti, incontri: in rete e fuori la Buona Scuola ha coinvolto un milione e 800mila persone. Chi ha partecipato alla consultazione (i 130mila che hanno compilato i questionari online, su una popolazione di 7,8 milioni di studenti e 800 mila prof) ha chiesto con forza di poter imparare, a scuola, più inglese (92%), computer (78%) ed economia (82%), ma anche educazione civica (intesa come cittadinanza attiva, educazione ambientale e all’affettività); mettendo in coda le altre materie. Chiedono un percorso diverso, genitori, insegnanti e dirigenti scolastici, ma non sono del tutto convinti che vada potenziata l’educazione fisica (81%), la storia dell’arte (77%), o la musica (74%). «È inaccettabile - dice Giannini - che il Paese di Verdi e Puccini abbia analfabeti in cultura musicale». E la richiesta di più educazione civica spiazza la ministra: «È un
messaggio straordinario, non ce l’aspettavamo, è necessario dunque che la scuola riprenda una funzione educativa».
No alla scuola più corta
Pochi hanno chiesto di cambiare i cicli scolastici riducendo la durata del piano di studi. Molto apprezzata invece l’alternanza obbligatoria di scuola e lavoro, soprattutto per tecnici e professionali.
«Cantiere» docenti
Due i «cantieri» aperti, in accordo con il lessico della consultazione: «competenze», appunto, e «docenti»: ossia tutto quello che riguarda reclutamento, formazione e valorizzazione. Su questo fronte, i suggerimenti riguardano supplenze e copertura di cattedre vacanti. Ma non solo. L’organico funzionale che «La buona scuola» vuole introdurre negli istituti scolastici del Belpaese dovrebbe essere utilizzato anche per tempo pieno e compresenze alle elementari e per il recupero dei «debiti» alle superiori. Il 70% dei genitori e l’87% dei dirigenti scolastici ritengono che la valutazione dell’insegnante debba servire a modificare la retribuzione. Dello stesso parere il 64% dei docenti e il 56% degli studenti. Il 46% ha detto che gli scatti stipendiali debbono essere concessi sulla base dell’anzianità e del merito (un sistema misto, dunque), mentre per il 35%
l’incremento dello stipendio deve essere basato soltanto sul merito.
Abilitazione
Il 72% ha poi detto di volere un percorso per l’abilitazione diverso, rafforzando la lingua italiana e la matematica (85%), le lingue straniere e il digitale (89%). Infine, per quanto riguarda il nuovo concorso degli insegnanti, la stragrande maggioranza dei partecipanti ha detto che è «molto importante» valutare nel candidato la capacità di trasmettere le conoscenze e stimolare l’interesse della classe piuttosto che il curriculum, i titoli e le pubblicazioni.
Riforma da settembre
Dal dialogo sono emerse richieste di «integrazioni» al documento, come ad esempio sul tema dell’integrazione linguistica e culturale degli alunni stranieri. «Era rimasto un po’ in ombra ma merita un’attenzione particolare a partire dalla rivisitazione delle classi di concorso», ha detto la ministra Giannini. E sui tempi: «Ora viene il bello perché dobbiamo dare risposte concrete, non so dare date, non spetta a me - sottolinea Giannini -, ma posso ribadire l’impegno politico del premier Matteo Renzi ed entro i primi mesi dell’anno si arriverà al decreto della Buona Scuola, poi bisognerà fare i conti con il percorso parlamentare, i tempi sono serrati, perché l’impegno rimane quello di avere la Buona Scuola in classe il primo settembre 2015».
La consultazione
La consultazione su #labuonascuola è durata due mesi, dal 15 settembre al 15 novembre, e ha coinvolto i cittadini sia online, attraverso il sito www.labuonascuola.gov.it, sia offline con i dibattiti organizzati dal Miur (40 le tappe del tour) e dai cittadini (oltre 2.000). Ora il sito rimarrà attivo e «servirà per vedere a che punto è la situazione».