Può un registro elettronico
aiutare la sicurezza degli alunni?

di Giulia Boffa,  Orizzonte scuola 3.12.2014

La diffusione dei dati su registro elettronico procede ancora a rilento a due anni dall'avvio del processo di dematerializzazione, avviato dal MIUR.

Le comunicazioni online scuola-famiglia sono presenti solo nel 50 per cento delle scuole (38% in Calabria, 43% in Sicilia, 72% nelle Marche); il registro elettronico solo  nel 58% dei plessi, l’archiviazione elettronica dei documenti solo nel 31%.

La colpa è anche delle connessioni ad internet nelle scuole: delle 365mila aule del Paese, sono ancora 140mila quelle che viaggiano a velocità medio-bassa, hanno connessioni veloci solo il 10% delle scuole primarie e il 23% delle secondarie. In molte scuole si accede ad internet solo dalla segreteria o dal laboratorio tecnologico.

Il registro elettronico è usato in classe dal 37% dei docenti, anche se a farne un uso misto (elettronico e cartaceo) è il 70%.

La connessione costa: si parla di spendere tra i 400 e 600 milioni per soddisfare il fabbisogno delle scuole di cavi o wifi che mettano in rete e in comunicazione gli istituti.

Forse il registro elettronico o un servizio di sms collegato alle assenze per avvertire le famiglie potrebbe salvare un bimbo in pericolo, che bigia la scuola, forse, chissà....