“Dimettermi da ministro dell’istruzione? Vedremo”

di Pasquale Almirante, La Tecnica della Scuola 18.4.2014

La ministra dell'Istruzione, Stefania Giannini, si candidata alle Europee e ribadisce la volontà di combattere gli euro scettici con Scelta europea. Ma si dimetterà da Ministro? Alla domanda precisa del Fatto quotidiano, ha preferito la vaghezza


"Scelta europea si rivolge a quei giovani che non si chiedono se l'euro è la loro moneta. Per loro l'Europa è una certezza". Così, confermando la sua candidatura alle europee per Scelta Civica, la ministra dell'Istruzione si è rivolta ai giovani: "Credo che le prossime elezioni europee segneranno o la vittoria della generazione Erasmus, quindi l'Europa della mobilità dei giovani e dei meno giovani europei, o il ritorno a un nuovo medioevo. Io spero che il futuro sia Erasmus".
Ma ha pure annunciato anche altri parti qualificanti il suo programma: “Cambiare l’Europa in senso liberale per renderla politicamente più unita ed economicamente più forte e solidale”.
“Il dilemma Europa sì, Europa no non è all’ordine del giorno. Siamo favorevoli alla realizzazione degli stati uniti della federazione europea, fermo restando che si deve passare dalla logica dell’austerity a quella della crescita”.

Come è noto alla lista della ministra Giannini, Scelta civica, aderiscono pure: Centro Democratico, Fare Per Fermare il Declino e gli altri partiti e movimenti di ispirazione liberal democratica in sostegno della candidatura del leader dell’Alde Guy Verhofstadt alla presidenza della Commissione Europea. In tutto sono 73 i nomi dei candidati che correranno alle prossime elezioni del 25 maggio. I capilista sono Gianluca Susta nel Nord-Ovest, Michele Boldrin nel Nord-Est, Stefania Giannini nel Centro, Bruno Tabacci nel Sud e Anna Busia nelle Isole.

Tuttavia a una domanda netta de “Ilfattoquotidiano.it”, che le chiede se si dimetterà da ministro se verrà eletta al Parlamento Europee, Giannini ha risposto: “Al momento opportuno, vedremo”, mentre Bruno Tabacci, leader del Centro Democratico, per togliere le castagne dal fuoco, borbotta: “si tratta di opzioni che possono essere fatte all’indomani dei risultati” e che “la candidatura della Giannini onora la lista e non deve essere considerato un disimpegno dal governo”.

Il problema della lista dove è candidata Giannini sarà quello di superare la soglia del 4% per entrare nell'europarlamento, ma sembra che per la ministra ci siano ottime possibilità.

Tutto dunque si sposta al giorno dopo dei risultati delle elezioni europee, quando sapremo, intanto se la sua lista avrà superato la soglia del 4% e, se ci riesce, per quale opzione la bilancia dell’attuale ministra all’istruzione si sposterà: l’Europa dell’Erasmus o l’Italia del dicastero della Minerva?