Stipendi bloccati fino al 2018?
Il Tesoro smentisce, ma il pericolo rimane

di Alessandro Giuliani, La Tecnica della Scuola 12.4.2014

Dopo gli allarmati dati indicati dal DEF 2014 e segnalati da questa testata giornalistica, il Ministero dell’Economia smentisce “alcun riferimento a ipotesi di blocco di contrattazione nel settore pubblico”: sono solo stime che hanno “valore meramente indicativo”. Ma i sindacati sono scettici. Per l’Anief è evidente che se la vacanza contrattuale rimarrà ferma fino al 2017 ai valori del 2010, significa una cosa sola: anche per i prossimi tre anni e mezzo gli aumenti rimarranno congelati.


Senza soluzione di continuità: la questione del blocco degli stipendi dei dipendenti pubblici continua a campeggiare sulle prime pagine dei giornali. Stavolta a far tornare alta l’attenzione sul tema delle buste paga della PA, bloccate dal 2011, nella scuola dal 2010, sono state le indicazioni contenute nel DEF 2014. Dalle quali risulta, come prontamente segnalato da questa testata giornalistica, che “la spesa per redditi da lavoro dipendente delle Amministrazioni Pubbliche è stimata diminuire dello 0,7 per cento circa per il 2014, per poi stabilizzarsi nel triennio successivo e crescere dello 0,3 per cento nel 2018, per effetto dell’attribuzione dell’indennità di vacanza contrattuale riferita al triennio contrattuale 2018-2020”.

Quasi immediata è arrivata la replica del Ministero del Tesoro. Secondo cui “nel Documento di Economia e Finanza (DEF) 2014 non è contenuto, e non potrebbe esserlo, alcun riferimento a ipotesi di blocco di contrattazione nel settore pubblico”, ma sono state riassunte delle stime che hanno “valore meramente indicativo”. Solo che il Mef fa anche riferimento MEF all’ultima Legge di Stabilità, la 147 di fine 2013, che ha posticipato il blocco del godimento della vacanza contrattuale a tutto il 2017. E la precisazione non sfugge ai sindacati. Che non credono alle rassicurazioni del Tesoro. Anche perché, ricorda l’Anief, “dal 2010 i Governi che si sono succeduti non hanno accordato alcuna risorsa nelle varie Leggi Finanziarie e di Stabilità che si sono succedute. Lo stesso riferimento del MEF alla Legge di stabilità 2014, che ha fissato l’indennità di vacanza contrattuale – continua il sindacato – “per il triennio 2015-2017 al livello di quella in godimento dal mese di luglio 2010”, rappresenta un’indiretta ammissione di conferma della linea del blocco stipendiale: il Ministero di Via XX Settembre sottolinea, in pratica, che ad oggi e fino al 2017 rimane in vigore il blocco dell’indennità di vacanza contrattuale.

“In realtà – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir - il chiarimento del Ministero dell’Economia non fa altro che confermare, seppure indirettamente, l’intero blocco contrattuale. Questo perché l’indennità di vacanza contrattuale non è altro che un anticipo degli aumenti di stipendio, per cui se rimane ferma fino al 2017 ai valori del 2010 significa che per i prossimi tre anni e mezzo non vi sarà alcun aumento di stipendio”.

Chi ha ragione lo sapremo a breve, già nei prossimi mesi si comprenderà da quello che il Mef è intenzionato a mettere sul piatto per il rinnovo del Ccnl. Intanto, di sicuro perà, le tensioni aumentano. E il personale, tranne gli “eletti” che hanno beneficiato del tribolatissimo “scatto” automatico, continua a percepire lo stesso stipendio di quattro anni fa.