Il nuovo che non c'è

Francesco Di Lorenzo, Fuoriregistro 5.4.2014

Pian piano le idee del ministro Giannini sulla scuola si fanno più chiare, e in modo inverso, cioè velocemente, capiamo che siamo finiti in un altro incubo. La sua sequenza di pensieri presentata in commissione cultura alla Camera è da sballo. Per la cronaca tali idee erano già state esposte al Senato [il 27 marzo e il 1° aprile], ma ora si definiscono i contorni, si specificano le particolarità, si precisano i profili e si fugano gli ultimi dubbi. Ma torniamo alla sequenza, che è questa: scatti di anzianità, out-fuori; prove Invalsi, in-dentro. Poi, in ordine sparso: convivenza di libri tradizionali e nuove tecnologie, educazione alimentare, rilancio della formazione tecnica, revisione degli organi collegiali (per l'edilizia, invece, la competenza e la responsabilità sono del presidente del Consiglio, che le spiega ad ogni intervista, quindi non è il caso). Altre idee sia per la scuola che per l'Università sono in corso di definizione, si parla di liberare il ministero dal reclutamento dei docenti universitari per darlo alla responsabilità dei singoli atenei, si parla ancora di piano finanziario della ricerca unico, che sarebbe in grado di semplificare tutto l'armamentario adesso in uso. Infine, altre quisquiglie e piccolezze.
Sarebbe facile dire 'niente di nuovo sotto il sole'. Il problema è che da più parti si pensa il contrario, si pensa cioè che stia avvenendo una qualche novità, si pensa che finalmente ci sia stato un cambiamento di passo. Purtroppo, la prova e l'evidenza dei fatti ci dicono il contrario. È vero, e forse è anche umano e giusto, che la maggioranza degli italiani si stia aggrappando alla speranza di questo governo che sa di ultima spiaggia, ma è altrettanto vero che il rischio di restare sospesi nel vuoto è grande.

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Quest'anno per l'adozione dei libri di testo nelle scuole si viaggia ancora in alto mare. Nonostante i tempi siano ristretti, la circolare che ogni anno regola la materia, oltre a non aver dato indicazioni precise, è stata addirittura ritirata. I passaggi che davano indicazioni confuse non erano pochi, quello sui testi digitali in misura maggiore. Chi voleva cambiare testo, poiché è caduto quest'anno il vincolo dei cinque anni, doveva farlo solo sostituendolo con testi digitali o misti, il che sembra estremamente limitativo. Inoltre, sui libri di testo autoprodotti dalle stesse scuole, fenomeno che si sta sempre di più diffondendo specie nelle scuole superiori, la circolare era ancora più evasiva, parlava infatti di linee guida (fantasma) a cui avrebbero dovuto attenersi tali testi. Insomma e in conclusione, c'è un bel guazzabuglio nelle stanze del ministero. E qui c'entra poco l'avvicendarsi dei vari ministri che negli ultimi tempi, come abbiamo capito, hanno smosso poco; c'entra forse di più l'apparato che dirige la macchina, i dirigenti, messi lì per de-meriti o meriti solo politici, e che oltre a mettere i bastoni fra le ruote, si inceppano essi stessi finendo per incrementare l'immagine pessima di tutta la scuola.

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Una notizia più che positiva nel 'mare magnum' di quelle negative. L'Accademia di Belle Arti di Napoli si propone di intervenire, con progetti e proposte, per coinvolgere i bambini e i ragazzi dei quartieri degradati e a rischio della città. In breve, l'Accademia insieme alla Fondazione Rione Sanità, proporrà dei corsi di scenografia e di fotografia per piccoli allievi. Inoltre, il progetto che si chiama Ozman, come spiega la direttrice dell'Accademia Aurora Spinosa, prevede anche un percorso che seguirà i bambini dal primo anno di età fino alla fine della scuola elementare, un percorso centrato sui linguaggi espressivi e sulle loro potenzialità creative.
La novità è che i bambini saranno seguiti non solo didatticamente ma in modo totale, saranno presi in carica, avranno qualcuno che si interessa di loro con argomenti nuovi e non usuali per il contesto in cui vivono.