Pensioni, riforma, DEF 2014 Governo Renzi: La materia previdenziale non sarà al centro del Documento di economia e finanza. Tuttavia potranno essere gettate le basi per correttivi futuri. di Marcello Tansini, webmasterpoint 8.4.2014 Non occorre attendere grandi novità sulla questione della riforma delle pensioni. Il Documento di economia e finanza, che oggi 8 aprile 2014 finirà in Consiglio dei ministri, sfiorerà la materia previdenziale. Tuttavia è in ballo l'ipotesi del prepensionamento dei dipendenti pubblici più anziani per favorire l'ingresso di nuovi assunti, avanzata dal ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione Marianna Madia. In attesa di novità ci sono anche i quota 96 ovvero quei lavoratori del mondo della scuola che non sono andati in pensione per via dei nuovi requisiti di quella legge Fornero che non ha riconosciuto le peculiarità del calendario scolastico. Non è da escludere, tuttavia, che possano essere gettate le basi per la revisione delle norme sull'uscita da lavoro e di quelle che disciplinano le posizioni dei lavorati precoci e di chi svolge attività prevalentemente usuranti. I cambiamenti vanno però messi in conto dopo le elezioni europee. E non è detto che siano tutti di segno positivo. Il punto di partenza è rappresentato dai tagli proposti dal commissario per la spending review, Carlo Cottarelli. Le misure suggerite sono 5. In prima battuta c'è il contributo temporaneo sulle pensioni relativamente più elevate ovvero quelle da 2.500 euro al mese in più. Questa misura è stata però esclusa dallo stesso premier Renzi. Quindi la maggiore deindicizzazione delle pensioni dal 2015; l'allineamento contribuzione tra uomini e donne andando incontro anche alle richieste dell'Unione europea; la revisione delle pensioni guerra; la riduzione della percentuale di conversione delle pensioni di reversibilità per fasce di reddito. Come spiegato da Giuliano Poletti, ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, intervistato dal quotidiano la Repubblica, non c'è alcun cantiere delle pensioni da riaprire per rendere più flessibile l'età per uscire dal lavoro. Argomenta il ministro: "Abbiamo ripreso il dossier del ministro Giovannini per garantire una tutela alle persone che possano trovarsi senza lavoro e senza pensione". E in merito alla possibile estensione anche nel settore privato della staffetta generazionale proposta dal ministro Madia, Poletti fa presente che non se n'è discusso: "C'è altro, invece, di cui parliamo. Fare in modo che nessun italiano in buone condizioni di salute che riceve un sussidio per ragioni diverse resti a casa a non fare nulla". Eventuali correttivi arriveranno probabilmente solo in una fase successiva. |