IL DECRETO DEL MIUR
Pasticcio presidi toscani, Il ministero dell’Istruzione sta pensando ad una soluzione per dare un vantaggio ai dirigenti vincitori del concorso invalidato dal Consiglio di Stato per un vizio di forma di Valentina Santarpia, Il Corriere della Sera scuola 3.4.2014
La soluzione precisa non c’è ancora: ma man mano che passano i
giorni, i tecnici la stanno raffinando. I presidi toscani, quei 112
dirigenti scolastici che per decreto sono stati lasciati in servizio
nonostante la sentenza del Consiglio di Stato, non dovranno essere
penalizzati nella prossima procedura concorsuale. Probabilmente,
avranno diritto a dei punti di partenza in più, oppure saranno
esonerati da parte delle prove previste. Ciò che conta- fanno sapere
dal ministero dell’Istruzione - è che abbiano un vantaggio rispetto
agli altri concorrenti, visto che il concorso lo hanno già vinto. E
visto che lo hanno vinto non ieri, ma ben 2 anni fa. Ma andiamo con
ordine.
Dopo i presidi lombardi, che rischiavano di dover lasciare a metà
anno scolastico le cattedre per prendere servizio, il ministro
Stefania Giannini si è trovata tra le mani la grana dei presidi
toscani. Con tanto di flash mob di alunni e genitori, i dirigenti
hanno manifestato tutta la propria insofferenza per una sentenza,
quella del Consiglio di Stato, che invalida il concorso del 2012. A
essere messo nel mirino dei giudici amministrativi, in particolare,
è il procedimento con cui è stato scelto il nuovo presidente di
commissione nel corso dei lavori di selezione dei candidati. Una
questione squisitamente burocratica, che però di fatto ha invalidato
parte del concorso. E reso quindi i presidi della Regione Toscana,
da dirigenti scolastici a tutti gli effetti, degli abusivi. Le
scuole coinvolte avrebbero dovuto infatti essere affidate e un
«reggente» (un preside che già gestisce altri istituti) e gli
attuali dirigenti sarebbero stati riassegnati alle scuole di
provenienza in sovrannumero.
Il compromesso trovato da Giannini è molto simile a quello
approntato per i dirigenti lombardi: la proroga. Con un
decreto approvato d’urgenza a palazzo Chigi, ai 112 dirigenti è
stata data la possibilità di continuare il proprio operato fino alla
«rinnovazione della procedura concorsuale». Una soluzione che
«consente da un lato di applicare la sentenza- spiega lo stesso
ministro- dall’altro di concludere in modo sereno l’anno scolastico
senza procedere a cambi di sede per i presidi e senza dover
ricorrere alle reggenze». I presidi nel frattempo avranno la
possibilità di svolgere tutte le loro funzioni regolarmente, e i
loro atti saranno validi. La norma va, comunque, oltre la specifica
vicenda. Potrà essere applicata, infatti, anche nelle altre regioni
dove ci sono contenziosi simili aperti come, ad esempio, l’Abruzzo,
il Molise, la Calabria e la Campania, qualora si venissero a trovare
in una situazione analoga in seguito a pronunce dei giudici.Ma cosa
succederà quando sarà bandito un nuovo concorso? Questo è il punto su cui stanno lavorando i tecnici del ministero, nell’ottica di tutelare al massimo i dirigenti risultati già vincitori e non permettere che una sentenza possa spodestarli oppure costringerli a ripetere per intero. Secondo l’Anief, il Miur potrebbe addirittura salvare per decreto legge i vincitori che, comunque, hanno superato tutte le valutazioni delle prove successive a quella invalidata.E intanto il sindacato paladino dei precari sta affilando le armi per raccogliere gli eventuali ricorsi di altri dirigenti esclusi, bocciati o delusi dal concorso, che potrebbero «fare massa» per premere sulle decisioni del Miur. |