Scuola, pensioni d’ufficio, mobilità, incarichi:
La Riforma Pa è legge: tutte le novità del
decreto Madia. di Carlo Lanzone, The Blasting News 8.8.2014
La riforma della Pubblica amministrazione è legge.
Con l'approvazione di ieri alla Camera del decreto
Madia, si è messa la prima pietra su quella che sarà
al nuova Pa che, nelle promesse del Governo Renzi,
apparirà più efficiente, più trasparente e più al
servizio del cittadino. Non è andato tutto liscio
come l'olio: ci sono volute tre votazioni, due alla
Camera e una al Senato: proprio a Palazzo Madama non
sono passate le misure per la
pensione dei Quota 96 e l'abolizione delle
penalizzazioni per chi va in pensione di anzianità a
62 anni. Cosa succederà adesso? La Ministra della
Pubblica amministrazione, Madia ha fatto sapere che
si procederà con la delega e i decreti attutivi: più
equità dei compensi pubblici, anticorruzione,
semplificazioni i segmenti principali. Un cammino,
quindi, che parte da tutte le misure approvate
definitivamente ieri e che analizziamo insieme.
I dipendenti pubblici potranno essere trasferiti, anche senza
motivazione dell'amministrazione pubblica, in altri uffici nel
limite dei 50 km di distanza. La finalità del provvedimento è quella
di evitare situazioni che si verificano per la maggiore nella Pa
nelle quali finora non avevano trovato equilibrio uffici con
abbondanza di personale ed uffici con forti carenze. La mobilità
avrà due eccezione: i genitori di bambini con meno di 3 anni, o
tutelati dalla legge 104 relativa ai permessi retribuiti per
l'assistenza ad un disabile. Con il decreto è stato abolito il trattenimento in servizio, ovvero la permanenza al lavoro per altri due anni del personale che aveva raggiunto i requisiti per andare in pensione. Per i magistrati questa misura entrerà in vigore a partire dal 2016. In più viene data la possibilità alle amministrazioni pubbliche di procedere con i pensionamenti d'ufficio, ovvero di mandare in pensione i dipendenti e i dirigenti che abbiano compiuto 62 anni ad esclusione dei professori universitari e dei primari che potranno continuare a lavorare fino ai 70 anni.Novità sul turnover: sarà calcolato non più sulle persone ma sulle risorse in base al rapporto tra le spese per le nuove assunzioni e le fuoriuscite. Per il 2014 tale rapporto dovrà essere pari al 20%, per il 2015 al 40% e così a salire fino al 2018 nel quale sarà del 100%. Il Governo punta a recuperare in questo triennio 60 mila posti dal turnover. Inoltre vengono abolite le collaborazioni e le consulenze affidate ai pensionati a meno che queste non vengano svolte a titolo gratuite e per la durata massima di un anno. Infine vengono dimezzati al 50% per ciascuna associazione sindacale i permessi, i distacchi e le aspettative.
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