Pensione anticipata 2014: Pensione anticipata 2014: Il Governo Renzi quali novità potrebbe portare? di Erica Venditti, The Blasting News 25.8.2014
Vivo il dibattito politico e la curiosità
dell'opinione pubblica sul tema pensione anticipata
2014: in molti si chiedono cosa accadrà nei prossimi
mesi, riuscirà il Governo Renzi a chiarire le sorti
di milioni di lavoratori? Al momento, dopo la venuta
meno di eventuali fondi per gli esodati derivanti da
un paventato prelievo di solidarietà sulle pensioni
più alte, resta da comprendere come l'esecutivo
riuscirà a mandare in pensione, senza eccessive
penalizzazioni, quella schiera di lavoratori nel
limbo pensionistico a causa della Riforma Fornero.
Legge che, ricordiamo, ha alzato inesorabilmente in
avanti l'età pensionabile per poter raggiungere
l'agognata pensione. Negli ultimi giorni si era discusso molto sulla possibilità che il Governo Renzi riprendesse in considerazione il contributo di solidarietà, almeno sulle pensioni più elevate, prelievo che, a conti fatti, avrebbe portato all'incirca 1 mld di euro all'anno da destinare in primis proprio agli esodati. L'iniziativa si è però tradotta in un nulla di fatto ed è stata definita una mera riflessione del ministro Poletti e non una prossima mossa del Governo Renzi, che anzi, ha assicurato Delrio non ha volontà alcuna di effettuare interventi sulle pensioni.
Gli occhi restano quindi puntati sul tema spinoso
della pensione anticipata: è infatti fondamentale
comprendere dove reperire le risorse per eventuali
coperture che potrebbero consentire la flessibilità
in uscita ad un ampia platea di lavoratori rimasti
in stand-by. Se la spending review ipotizzata non
fornisse fondi sufficienti, le ipotesi più probabili
per consentire ai lavoratori di accedere alla
pensione anticipata ricadrebbero sulle
penalizzazioni, ormai già note ai più.
Le due possibilità che potrebbero tornare in auge e
che attualmente restano quelle aperte sul tavolo del
Governo sono il prestito pensionistico e il
pensionamento raggiungibile solo attraverso una
penalizzazione. Nel primo caso il lavoratore
potrebbe andare in pensione attraverso un prestito
Inps, il lavoratore, raggiunti poi gli anni di
contributi richiesti dall'attuale Riforma Fornero,
dovrà poi rendere il prestito, che gli avrà permesso
di anticipare il pensionamento, con poche decine di
euro mensili che gli verranno trattenute sulla
pensione. Nel secondo caso si tratta di una vera e
propria penalizzazione sull'importo pensionistico
finale, il lavoratore subirebbe infatti una
decurtazione pari a ll'1% o al 2% su ogni anno di
differenza rispetto all'età richiesta per accedere
alla pensione.
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