La coperta scoperta dei “Quota 96” Pasquale Almirante, La Tecnica della Scuola 3.8.2014
Mancherebbe la copertura finanziaria, dicono quelli della Ragioneria
dello stato; per i funzionari occorrono 45milioni e non 34 per
mandare in pensione i 4mila di "Quota 96". Tuttavia il punto è:
hanno costoro un diritto, finora calpestato, o no? Sembra inoltre che fino al 2018, come scrive lo huffingtonpost.it, serviranno circa 400 milioni di euro per consentire ai "Quota 96" di lasciare il lavoro con l'assegno previdenziale, somma che, secondo la Ragioneria, non sarebbe coperta "in termini di fabbisogno e indebitamento netto ai sensi delle norme di contabilità", mentre per assicurare "la neutralità degli effetti per il 2014 la riduzione da apportare si deve attestare a 45 milioni" e non a 34 milioni come indica la relazione tecnica del provvedimento. 10 milioni di euro assenti da subito all'appello, a cui si potrebbero aggiungere altri milioni qualora la platea dei "Quota 96" non fosse di 4mila, tra insegnanti e Ata, ma di circa 9mila, così come l'Inps rilevò quando fu interpellata, lo scorso anno, per conoscere nel dettaglio il numero complessivo degli aventi diritto alla pensione. E proprio su queste cifre si è aperta anche una ulteriore polemica parlamentare contro il Governo, promotore del provvedimento a favore dei "Quota 96", di cui lo strenuo paladino è Renato Brunetta il quale si straccia le vesti, ricordando che "in Commissione Bilancio alla Camera questi nodi erano stati evidenziati dal nostro partito che aveva chiesto coperture certe e ben delineate".
Che posta così
potrebbe dare all'opinione pubblica l'idea di una razionale critica
contro presunte "superficialità" del Governo, senza però andare al
fondo vero del problema che è e rimane quello della ingiustizia
commessa, a seguito della legge Fornero sulle pensioni, nei
confronti di questo personale della scuola. Più che basarsi su un
calcolo ragionieristico, i sostenitori delle mancate coperture
dovrebbero di più riflettere sulla ignominia commessa contro i
lavoratori della cosiddetta "Quota 96" ai quali deve essere
riconosciuto, a qualunque prezzo e costo, il diritto indecentemente
scippato. La lotta che i lavoratori della scuola esclusi dalla legge Fornero hanno finora condotto, non è rivolta a conquistare un prerogativa particolaristica o benefici egoistici, come quelli di cui godono troppe alte cariche dello Stato che alzano immediate trincee al solo brusio di qualche loro ridimensionamento, ma ad ottenere il maltolto, ciò di cui sono stati rapinati. In pratica stanno ancora rincorrendo lo scippatore della loro borsa, che però la polizia, nel nostro caso il parlamento, non intende acciuffare, nonostante sia a portata di mano, perché manca qualche minuto per entrare in servizio. Si abbranchi intanto il ladro, ridando il portafogli allo scippato, e poi si risolva la questione dell'orario che è diversa dalla garanzia delle legalità. |