Pensioni Quota 96: la rabbia degli insegnanti
Il clamoroso dietrofront del Governo sul
provvedimento di Stefano Calicchio, The Blasting News 5.8.2014 Giungono importantissime novità in merito alla pensione anticipata 2014: in questi ultimi giorni vi avevamo dato conto della norma contenuta nel decreto PA che stabiliva la possibilità di accedere al pensionamento a quota 62 anni d’età senza dover scontare le penalizzazioni previste dalla riforma Fornero (il tutto a patto che fossero già stati maturati i requisiti previsti per l’accesso alla pensione anticipata 2014), ma il provvedimento ufficializzato meno di un’ora fa ha rimescolato completamente le carte in tavola: su pressione della Ragioneria di Stato e del MEF, il ministro Madia ha infatti presentato 4 emendamenti soppressivi di alcuni dei punti del decreto PA tra cui quello relativo alla norma su esposta. Cade dunque la possibilità di accedere al pensionamento a quota 62 anni senza penalizzazioni: stessa sorte per il diverso regime normativo studiato con riferimento a professori universitari e medici, mentre il prepensionamento d’ufficio per dipendenti pubblici (fissato sempre a quota 62 anni) non è stato toccato. Il decreto PA viene dunque ad essere snaturato, con buona pace di quanti avevano sperato in una riforma dell’istituto della pensione anticipata 2014. Anche l’emendamento su Quota 96 è stato eliminato: il motivo? Un difetto di coperture economiche.
Pensione
anticipata 2014, requisiti INPS e calcolo Pensione anticipata 2014: decreto PA riformato, no a quota 62 anni senza penalizzazioni Come accennato in apertura, il processo di riforma che stava interessando la pensione anticipata 2014 è stato definitivamente interrotto: il ministro Madia ha praticamente stralciato la norma del decreto PA che statuiva la possibilità di accesso al pensionamento raggiunti i 62 anni d’età senza penalizzazioni a patto però che fossero già stati maturati i requisiti d’accesso alla pensione anticipata 2014. Il numero uno della PA non ha potuto far altro che chinare il capo dinnanzi ai rilievi mossi dalla RdS, stando alla quale non erano stante contabilizzate le dovute coperture economiche. Un duro colpo dunque nel processo di riforma dell’istituto, un iter faticoso che nelle speranze dei più avrebbe dovuto portare alla ratifica della proposta di legge Damiano (pensione anticipata 2014 possibile a 62 anni d’età più 35 di contributi o a 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica). Stralciata anche la norma che fissava il pensionamento per professori universitari e medici primari a 68 anni, rimane in piedi la sola misura attinente la possibilità di accesso alla pensione anticipata 2014 raggiunti i 62 anni d’età una volta maturati i termini di servizio richiesti e su esclusiva decisione dell’Amministrazione. Voi che cosa pensate di quanto accaduto oggi? Credete che la mancanza di adeguate risorse economiche frenerà il governo impedendogli di completare l’intero iter di riforma della previdenza? Dateci il vostro parere commentando l’articolo qui sotto!
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