Riforma Pensioni: due possibili soluzioni definitive,
Le soluzioni ai problemi del welfare
pensionistico di Stefano Calicchio, The Blasting News 20.8.2014
Sono
bastate poche parole di apertura per sollevare un
vero e proprio polverone sulla possibile riforma
delle pensioni 2014, che dovrebbe da un lato offrire
la pensione anticipata a molti lavoratori rimasti
imbrigliati nella Riforma Fornero, ma che andrebbe a
colpire dall'altro lato gli stessi pensionati
attraverso contributi di solidarietà e
penalizzazioni. Il Governo è ben consapevole che non
sarà facile trovare "la quadra" sulla questione;
soprattutto non sarà possibile riuscirci
accontentando tutti, perché il bilancio risulta già
molto sofferente e di nuove risorse non ce ne sono.
Il denaro da destinare alle pensioni dovrà quindi
essere trovato all'interno delle pensioni stesse, in
modo da garantire la costituzionalità della Riforma
quanto la retta via dei conti pubblici. Sono queste le ragioni che portano il Governo Renzi ad essere molto prudente sulla questione, nonostante sottili aperture da parte di alcuni membri dell'esecutivo. Il riferimento è al parere espresso dal Ministro del lavoro Giuliano Poletti, che in una recente intervista al Corriere si è dichiarato "favorevole a un intervento sulle pensioni alte, a sostengo dei lavoratori che rischiano di risultare esodati". Il pensiero del Ministro va proprio agli esodati (che sono stati protagonisti recentemente dell'ennesima operazione governativa di salvaguardia), ma anche ai lavoratori Ata e Quota 96 della scuola e a tutte le parti sociali che sono rimaste in qualche modo "tagliate fuori" dalla precedente riforma Fornero. Le due soluzioni attualmente sul tavolo del Governo
Eppure qualora si
riuscisse a implementare in modo equilibrato le due strategie fin
qui delineate, si potrebbe mettere la parola fine su tante
situazioni che si trascinano ormai da troppi anni. Il Governo
starebbe infatti studiando la possibilità di flessibilizzare
l'uscita anticipata dal mondo del lavoro, così come risulta già
possibile posticiparla. Ovviamente, tale scelta non sarebbe
"gratuita" per il lavoratore, ma dovrebbe comportare un onere che,
se fosse equilibrato, si attesterebbe attorno all'1% o al 2% per
ogni anno di contributi non versati. D'altra parte, le esigenze di
bilancio indicano che una tale forma di penalizzazione non sarebbe
sufficiente a permettere il pensionamento di tutti coloro che ne
avrebbero necessità. Ed ecco che entra in gioco il contributo di
solidarietà, ovvero la richiesta di fare un sacrificio a chi ha
acquisito una mensilità molto elevata di tipo retributiva. Se presi da soli e sulla base di quanto appena esposto, il provvedimento di pensione anticipata legata ad una penalizzazione e il contributo di solidarietà non risultano quindi risolutivi. Di fatto, sono inefficaci dal punto di vista del reperimento delle coperture necessarie per assicurare l'equilibrio di bilancio. La speranza è che messe insieme le due soluzioni, si potrebbe arrivare a un compromesso che non risulti troppo oneroso o penalizzante per nessuna parte sociale. Si otterrebbe così un risultato sinergico in grado di "accontentare tutti gli esodati" e di non scontentare troppo chi è chiamato ad un gesto di solidarietà verso le fasce più deboli.
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