Miur, scuola, parte la metodologia CLIL:
che cos'è, cosa cambierà e le nuove disposizioni

A settembre parte l'ultima novità della riforma Gelmini, ovvero la metodologia CLIL.

di Gigi Rovelli, The Blasting News 1.8.2014

Una materia in lingua straniera nell'ultimo anno delle scuole superiori. Partirà, dunque, a settembre l'ultima parte della riforma Gelmini che ha voluto questa novità importante per gli studenti che devono affrontare la maturità nel prossimo mese di giugno 2015.

I licei linguistici, già da alcuni anni (2012), hanno previsto la 'full immersion' a partire dalla terza, e per tutte le altre scuole la novità verrà sperimentata a partire dal prossimo mese di settembre: la materia verrà scelta da ogni singolo Istituto a seconda dei professori abilitati per quel determinato metodo di insegnamento. Potremo avere, per esempio, matematica, storia dell'arte, filosofia o geografia insegnate in lingua inglese, nei licei quanto negli Istituti tecnici.

Miur, scuola, CLIL nell'ultimo anno delle superiori: ecco cosa cambierà

Il metodo si chiama Clil (acronimo di Content and Language Integrated Learning) e si tratta di un sistema che venne sperimentato per la prima volta negli anni sessanta in Canada e poi introdotto, a mano a mano, in diversi altre Nazioni, visto che i risultati incoraggiavano questo nuovo metodo didattico.

Naturalmente, come avviene spesso in Italia, non tutte le scuole sono già pronte per il Clil, nonostante negli ultimi anni si siano approntati corsi improntati alla formazione dei docenti. A questo proposito il Miur ha acconsentito ad una introduzione più graduale in alcune scuole che non fossero ancora pronte al 100 per cento per questa novità.

Gli studenti non dovranno, però, prendere alla 'leggera' il Clil, perchè le competenze acquisite potranno diventare oggetto dell'esame di maturità, limitatamente alla terza prova, però, e tutt'al più anche all'orale, nel caso in cui il professore interno nella commissione d'esame sia il titolare della materia Clil insegnata in inglese.

Per quanto riguarda le ore di lezione, il Miur lascerà ai vari Istituti una certa elasticità di giudizio e di operato, consigliando, magari, una ripartizione al 50 per cento delle ore insegnate in inglese e in italiano per la materia oggetto di Clil, proprio per abituare gli studenti alla nuova realtà didattica.


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