Riforma pensioni: Governo lavora a piano
Il Governo studia piano alternativo dopo la
recente di Stefano Calicchio, The Blasting News 7.8.2014 Le categorie penalizzate dalla recente Riforma Fornero volgono nuovamente il proprio sguardo al Governo, anche se non è possibile nascondere la grande delusione per i fatti più recenti. Tra coloro che aspettano da ormai due anni una risposta definitiva delle istituzioni figurano sicuramente gli insegnanti appartenenti alla quota 96 e gli esodati.
Per i primi la soluzione sembrava ormai a portata di mano, fattore
che ha sicuramente determinato la grande delusione degli scorsi
giorni. Il Governo aveva infatti inserito un provvedimento specifico
per sbloccare la situazione all'interno della riforma PA; purtroppo
il fuoco incrociato dei pareri tecnici negativi (sulle coperture)
hanno determinato una eliminazione in extremis. Gli esodati sono
stati invece protagonisti della sesta salvaguardia, un provvedimento
essenziale per migliaia di famiglie dato che la loro condizione è
particolarmente fragile; da un lato la mancanza di qualsiasi
opportunità di reinserimento lavorativo, stante la particolare
situazione economica del Paese. Dall'altra parte la totale assenza
di misure assistenziali normative, se non per mezzo di provvedimenti
estemporanei.
È evidente che sulle questioni appena evidenziate si sta procedendo
per espedienti ormai da due anni. Sebbene la buona volontà da parte
dei legislatori non sia mai mancata, è difficile pensare che si
possa continuare ancora a lungo seguendo una strategia "per
espedienti". Le persone aspettano risposte che risultino definitive,
tanto più che i requisiti di pensionamento sono stati cambiati in
corso d'opera e i cittadini rimasti incastrati nel meccanismo
automatico non hanno avuto il tempo per pianificare in modo corretto
la propria fuoriuscita dal mondo del lavoro. Il Governo sta vagliando una serie di soluzioni che potrebbero risultare effettivamente di lungo termine, seppure ai lavoratori sarà richiesto ancora una volta di effettuare dei sacrifici. La buona volontà delle parti non sembra comunque mancare, fermo restando che si possa scrivere davvero la parola fine sull'accaduto. La prima risposta al vaglio dei tecnici consiste nella possibilità di ottenere un'uscita pensionistica anticipata con cinque o sei anni di anticipo rispetto ai criteri definiti dall'ultima riforma. Questo però avverrebbe al prezzo di una penalizzazione, che nelle cifre circolate recentemente sarà compresa in una forchetta che va dal 2% all'8% della mensilità erogata. Il piano B potrebbe consistere nell'offerta di un prestito pensionistico, che potrebbe garantire al pensionando le mensilità fino al raggiungimento dei requisiti Fornero. Successivamente, il prestito sarebbe restituito tramite delle trattenute sulle mensilità erogate dall'Inps.
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