riforma pensioni
Quota 96, Marzana (M5S): intervista a Maria Marzana, il Sussidiario 4.8.2014
RIFORMA PENSIONI PA
Quota 96 in pensione (forse) a settembre. In una seduta notturna la Camera dei deputati ha dato
l'ok - con voto di fiducia - al decreto sul riordino della Pubblica Amministrazione, che contiene un emendamento che garantisce al personale scolastico ingabbiato dalla Riforma Fornero di andare in pensione a partire
dall'1 settembre. Il via libera è arrivato nonostante il parere negativo da Via XX settembre, visto che la Ragioneria di Stato ha espresso dubbi sulle coperture necessarie a garantire il pensionamento dei 4mila dipendenti in questione. Per approfondire il tema abbiamo contattato Maria Marzana, deputata del Movimento 5 Stelle che da
più di un anno ha seguito l'iter, o meglio
l'Odissea, dei Quota 96. La Commissione bilancio si
è espressa a favore dell'emendamento che finalmente manderebbe in pensione quei circa 4mila dipendenti del mondo della scuola.
L'ok è arrivato nonostante il parere contrario del governo nella persona di Giovanni Legnini (sottosegretario del Ministero dell'Economia e delle Finanze, ndr).
E' comunque anche vero che l'esecutivo, giusto pochi giorni fa, aveva accolto un ordine del giorno - che io stessa ho presentato insieme ai miei colleghi M5S - in cui si diceva che il governo si impegnava a sciogliere il nodo dei Quota 96
all'interno del decreto sulla Pubblica amministrazione. Quantomeno fuori luogo visto
l'impegno preso in precedenza. Da parte del Parlamento, invece, è da tempo che si spinge per risolvere la questione e per fortuna si
è avuta coerenza.
E'ˆ chiaro che un provvedimento, per essere attuato, necessita di coperture; noi 5 stelle, nelle nostre proposte, abbiamo suggerito sempre delle risorse, salvo essere poi bocciate dal governo, che però non si
è mai adoperato concretamente per trovare fondi da cui attingere adeguatamente. Gli interrogativi ci sono, ma questo non può rappresentare un impedimento al riconoscimento di un diritto che è già stato ampiamente leso. Si deve procedere - e subito - al ripristino di tale diritto, che oltretutto è disatteso da due anni. In più ricordo come il Trattamento di fine servizio verrà corrisposto secondo la riforma Fornero e non le norme previgenti: il Tfs sarà versato dunque in ritardo. Il governo deve adoperarsi con tutti i mezzi, a livello legislativo e finanziario, per garantire ai lavoratori ciò che gli spetta. Io mi auguro che non ci sia alcun passo indietro. Il Parlamento - che sta già subendo duri colpi dal governo circa la sua funzione democratica, vista la continua decretazione d’urgenza - ha indicato la rotta; è un atto più che dovuto (seppur tardivo) nei confronti di questi cittadini che aspettano una soluzione concreta: il governo deve darla, non può tirarsi indietro.
(Fabio Franchini) |