Scuola, il ministro Giannini:
"Basta supplenze, vogliamo eliminare il precariato"

Il ministro dell'Istruzione al Meeting di Cl a Rimini. "L'obiettivo del governo
è di ragionare in termini di organico funzionale e non di organico di diritto".

 Quotidiano.net, 25.8.2014

Rimini, 25 agosto 2014 - Il governo Renzi sta pensando al superamento delle supplenze nella scuola, così come sono intese nell'attuale sistema scolastico. Lo ha annunciato il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, presentando alcune novità della riforma durante un dibattito al Meeting di Cl a Rimini, spiegando che l'esecutivo punta ad abolire il precariato.

Secondo il ministro "le supplenze non fanno bene nè a chi le fa nè a chi le riceve" e, quindi, vanno riconsiderate perché si sa già dall'inizio dell'anno scolastico quali sono i posti da sostituire stabilmente. "I supplenti non saranno eliminati fisicamente", ha scherzato Giannini. L'obiettivo dell'esecutivo è "ragionare in termini di organico funzionale e non di organico di diritto che si distingue dall'organico funzionale. E' l'uovo di Colombo che chi lavora nella scuola conosce da tempo, ma che nessun governo ha avuto il coraggio di affrontare direttamente perché significa prendere coscienza che le supplenze non fanno bene né a chi le fa né a chi le riceve".

Inoltre, ha spiegato il ministro, è chiaro sin "dall'inizio dell'anno con molta precisione quali sono i posti da coprire stabilmente ma c'è un meccanismo perverso che ci trasciniamo da decenni che non ci consente di lavorare se non con l'organico di diritto e quindi di riempirlo attraverso le graduatorie". Per Giannini la riforma di questo aspetto "significa prendere con molta consapevolezza e determinazione questo aspetto come uno degli aspetti prioritari per una rivisitazione del sistema educativo italiano".

Il ministro non è entrato nel dettaglio della riforma, ma l'idea di fondo del governo è premiare il merito degli insegnanti. Venerdì saranno presentate le Linee-guida "operative", che non avranno tuttavia ripercussioni immediate sull'anno scolastico che sta per iniziare. Dai primi giorni di settembre partirà una consultazione di forze politiche e sociali e sarà aperto un dibattito che andra' avanti per un paio di mesi. Poi il Governo tirerà le somme e procederà con i provvedimenti. A differenza di quanto accaduto, talvolta, negli anni passati questo "pacchetto scuola" non dovrebbe essere una misura a costo zero, ma un intervento coperto da un cospicuo stanziamento di risorse. Nei giorni scorsi Renzi ha parlato di un miliardo da prevedere nella legge di stabilità. E "investire sull'istruzione in un momento di crisi profonda vuol dire preparare la svolta radicale dei prossimi anni", ha assicurato il ministro Giannini.