La Camera illude, la Ragioneria blocca,
il pensionamento dei quota 96 scuola si allontana

L'emendamento approvato dalla Camera rischia di cadere nel vuoto,
lasciando nello sconcerto il personale scolastico

di Ciro Troccoli, The Blasting News 4.8.2014

Ma che sta succedendo? Cosa sono queste voci che si rincorrono di minuto in minuto e che parlano di minaccia per la "stabilità" finanziaria dello Stato? E' tutta "colpa" dell'emendamento pro quota 96 scuola approvato qualche giorno fa alla Camera all'interno del decreto legge sulla Pubblica Amministrazione a firma della Ministra Maria Anna Madia. C'è che la Ragioneria generale dello Stato (la solita nota!) ha bocciato il pensionamento dei 4.000 lavoratori dela scuola, insegnanti e personale amministrativo e tecnico, a causa, secondo i tecnici ragionieri, delle coperture insufficienti, perché la norma non è in grado di «assicurare il rispetto dei 4.000 soggetti». Non è la prima volta che la Ragioneria dello Stato si mette di traverso sul collocamento a riposo dei quota 96 scuola. Oggi, a dire il vero "ex quota 96", perchè molti di loro hanno raggiunto quota 100 e forse anche più. La bocciatura rischia di innescare un nuovo caso politico, visto che alla Camera il decreto è passato con la fiducia e ora, se al Senato la norma dovesse essere modificata, servirà una terza lettura della Camera, cosa che potrebbe mettere a rischio i tempi di conversione e di conseguenza il pensionamento del personale che aveva già esultato appena saputa la notizia dell'approvazione da parte della Camera dell'emendamento a loro favore.

Ovviamente l'intransigenza della ragioneria ha sollevato polemiche e ferme prese di posizioni. In particolare i deputati Pd della Commissione Lavoro della Camera, quelli che hanno seguito e vissuto più da vicino il dramma dei quota 96, hanno diffuso una nota molto dura in cui affermano: "Quando le relazioni tecniche dell'Inps prevedono quantificazioni enormi e irragionevoli, alla Ragioneria vanno bene; questa volta si mettono in discussione i numeri dei possibili pensionamenti, dati dall'Inps, e si modifica la previsione degli oneri secondo calcoli autonomi". Il loro atto (la presentazione dell'emendamento)"è una correzione di un errore contenuto legge Fornero". Ricordiamo che l'errore a cui loro si riferiscono fu il mancato riconoscimento, da parte del Governo Monti e della prof.ssa Elsa Fornero in particolare, Ministro del lavoro di quel governo, della specificità del comparto scuola e della peculiarità del proprio calendario scolastico, diverso dal calendario solare. Ricordiamo pure che la legge sulle pensioni "partorita" da quel governo entrò in vigore il primo gennaio 2012. Legge che aveva come fondamento l'abolizione della quota 96 vigente (somma dell'età anagrafica più gli anni di contributi versati). I «quota 96» scuola, avrebbero maturato il diritto alla pensione tra il 1 gennaio e il 31 agosto del 2012, nel corso dell'anno scolastico 2011/2012 e i soggetti coinvolti in 4.000 unità. La Ragioneria sostiene che «di fatto la disposizione prefigura per il settore della scuola una salvaguardia aperta, non in grado di assicurare il rispetto del limite dei 4.000 soggetti, con effetti in termini di maggiori oneri per i quali non è individuata adeguata copertura finanziaria»". Tale posizione mette in crisi, ancora una volta, certezze e speranze. L'esultanza dell'annuncio dell'approvazione da parte della camera dell'emendamento a loro favore, viene soffocata, anche qui ancora una volta. Troveranno i quota 96 pace e tranquillità in un futuro prossimo al nuovo anno scolastico? Pur in vacanza, seguiteci. Vi terremo costantemente informati.


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