Retromarcia sulle paritarie
“Il Piemonte cambierà legge”

Ma sul privilegio alle private il Pd è spaccato, si partirà l’anno prossimo
Attacco del sindacato Cub: norma incostituzionale, ma la Regione smentisce

Maurizio Tropeano, La Stampa, 1.8.2014

TORINO
Un veto intollerabile. E così a settembre il Piemonte guidato da Sergio Chiamparino cancellerà quelle norme, volute dal centrodestra, che consegnano alle scuole paritarie la decisione sull’apertura o meno di una scuola materna statale come sta succedendo a Bibiana. Il presidente della Regione non entra nel merito della discussione ma segue da vicino l’evoluzione di un tema così delicato - il Pd subalpino è diviso sulla questione e anche per questo si procederà con tutte le cautele del caso - ma dà piena fiducia all’assessore all’Istruzione «con cui abbiamo deciso insieme tutte le mosse da fare». E Gianna Pentenero, alle prese con l’ultima mediazione per cercare di risolvere i cinque casi ancora aperti, ha annunciato la svolta: «Cambieremo quelle norme alla luce delle difficoltà emerse quest’anno e tenendo conto della complessità della situazione».   

La revisione sarà fatta senza intenti punitivi nei confronti delle paritarie che non «saranno uccise» come denuncia Forza Italia: «Faremo una norma ragionevole e sostenibile». La revisione sarà operativa solo a partire dall’anno prossimo e dunque per i cinque casi aperti si dovrà tener conto della vecchia programmazione. Impossibile cambiare in corso d’opera anche perché una prima verifica effettuata dagli uffici regionali avrebbe confermato che non esisterebbe una situazione di incostituzionalità. Tesi invece sostenuta dal sindacato Cub, che ieri ha manifestato sotto la Regione, ma anche dal capogruppo di Sel in Consiglio regionale. Per Marco Grimaldi «nei fatti si limita la scelta delle famiglie alla sola scuola confessionale cattolica».   

Dunque l’assessore può solo cercare di mediare. E qualcosa si è mosso. Dei cinque casi aperti due hanno trovato soluzione. A Torino gli uffici hanno verificato che l’apertura di una sezione statale non avrebbe portato alla chiusura di una convenzionata. A Novara la Fism ha dato il via libera all’apertura di una sezione mentre per la seconda serve un intervento del Comune. Restano da risolvere tre casi. Per San Damiano d’Asti e Villanova le possibilità di apertura sono al 50% mentre per Bibiana la situazione è in fase di risoluzione. Il sindaco ha convocato la giunta per illustrare ipotesi che permettano di aprire la scuola statale salvaguardando i posti di lavoro. La palla adesso è in mano alla Fism anche se l’urgenza della decisione è saltata: l’ufficio scolastico regionale ha concesso all’assessorato una deroga alla comunicazione per la composizione delle sezioni e la richiesta dei docenti. La lista potrà essere consegnata lunedì e non questa mattina.   

Le cautele dell’assessore sono legate anche ai problemi interni al centrosinistra. Nei giorni scorsi una mozione urgente presentata da Sel per chiedere la modifica della legge è stata sottoscritta da undici consiglieri democratici su 25 e dagli alleati di Scelta Civica e Moderati.   

Il capogruppo e segretario regionale, Davide Gariglio, da sempre vicino al mondo delle scuole cattoliche, non l’ha firmata. Pentenero potrebbe trovare una sponda nel M5S: «Auspichiamo che alle parole dell’assessore seguano celeri interventi legislativi e che gli stessi non siano ostacolati dalle correnti “centriste” del Pd».   

Il centrodestra, invece, che quella norma ha voluto, la difende a spada tratta. Lo fa la Lega Nord e anche Forza Italia: «Le scuole paritarie sono pubbliche, con la differenza che il personale non è messo a disposizione dallo Stato ma dall’istituto scolastico. Lo Stato spende 600 euro per studente nella paritaria, 6 mila in quella statale. Per questo crediamo che la norma sia giusta: cambiarla ucciderebbe le paritarie, che già oggi stanno male».