Anticipazione dell’intervista a Matteo Renzi:
«All’Italia serve lo spirito del maratoneta».
Difende il disegno di legge
sull’omofobia («non minaccia la libertà di parola»), sfida l’Europa
(«siamo noi che la aiutiamo, non il contrario») e promette una
rivoluzione a scuola («il 29 agosto vi stupirò»)
Luigi Amicone,
Tempi.it 23.8.2014
«Io vedo l’Italia che ci sarà tra dieci anni e sono certo che
torneremo ad essere la guida in Europa». Intervistato dal direttore
del settimanale Tempi, Luigi Amicone, il presidente del Consiglio
parla a tutto campo dell’azione del governo, di Europa, scuola,
persecuzioni in Medio Oriente e ddl omofobia. La lunga intervista
apparirà integralmente sul numero del settimanale in edicola
settimana prossima (e in anteprima da domenica 24 agosto al Meeting
di Rimini). Qui ne riportiamo alcuni stralci.
80 EURO. «Sono molto soddisfatto che prima della pausa estiva siamo
riusciti ad approvare il nuovo Senato (…) e il decreto sulla
Pubblica amministrazione che è l’inizio di un cambio di prospettiva
per un Stato che stia accanto e non contro i cittadini». Il
presidente del Consiglio si mostra soddisfatto su quanto fatto
finora dal suo esecutivo che ha cominciato «a rispondere alle
difficoltà economiche delle famiglie» e a fornire risposte a chi ha
difficoltà («col decreto sul lavoro abbiamo salvato migliaia di
posti a rischio»).
Renzi risponde alle critiche sugli 80 euro: «Vedo che ancora c’è chi
ritiene che gli 80 euro mensili e per sempre a 11 milioni di persone
non siano utili. Così come chi dice che tagliare l’Irap del 10 per
cento alle imprese è troppo poco. Il solito vizio italiano. Certo,
si può sempre fare di più, ma noi siamo i primi ad aver fatto il più
imponente taglio strutturale delle tasse e la più grande operazione
di redistribuzione della ricchezza da decenni e che sarà confermata
anche nei prossimi anni. E spero allargata».
Secondo Renzi occorre «passare dalla logica del piagnisteo a quella
della proposta. E toglierebbe il paese dalle mani dei soliti noti,
quelli che vanno in tutti i salotti buoni a concludere gli affari di
un capitalismo di relazione ormai trito e ritrito. Questa è la
rivoluzione culturale che serve all’Italia: spalancare le finestre e
fare entrare aria nuova».
MILLEGIORNI. In particolare Renzi si sofferma sui «Millegiorni» che
«sono proprio la traduzione concreta di questo progetto per
l’Italia». «Sono i tre anni di cui l’Italia ha bisogno per una
strategia globale che la renda tanto semplice quanto solida». Elenca
quindi i prossimi obiettivi: riforme costituzionali e legge
elettorale; riportare l’Italia sullo scenario internazionale; la
nuova Pubblica amministrazione; spending review. E poi riforma del
lavoro, del fisco, del Terzo settore, della giustizia e lo “Sblocca
Italia”, «un provvedimento ambizioso per mobilitare 43 miliardi di
risorse già disponibili e che si occuperà anche di efficienza
energetica, reti digitali e semplificazioni burocratiche».
«Tutt’altro che una serie di annunci spot», dice Renzi. «Del resto
in questa estate l’Italia vince nella maratona, nel fondo a nuoto:
ci vuole lo spirito del maratoneta. Chiarezza sull’obiettivo finale
e passo dopo passo si va avanti a viso aperto. Alla fine di questo
percorso sono certo che l’Italia, grazie alle straordinarie qualità
dei suoi cittadini, tornerà ad essere la guida, non il problema,
dell’Europa».
FISCAL COMPACT. «Noi manteniamo l’obiettivo del 3 per cento»,
assicura. «E ciò accadrà anche se altri fossero costretti ad
allontanarvisi. Tutto il resto mi pare forzato e prematuro. Quando
poi sento parlare di aiuto esterno mi scappa da ridere. L’Italia dà
all’Europa più soldi di quelli che l’Europa dà all’Italia. E nel
Fondo Salvastati noi abbiamo messo soldi che altri hanno preso. Solo
l’atavica volontà di parte della classe dirigente italiana impedisce
di prendere atto di una realtà: noi stiamo aiutando l’Europa, non è
l’Europa che aiuta noi».
Al tempo stesso, Renzi è certo che «se abbiamo accumulato un debito
pubblico enorme che fa da zavorra alla nostra capacità di sviluppo,
non è colpa dell’Europa. Se non spendiamo o spendiamo male i fondi
europei, non è colpa dell’Europa. Se da noi un processo civile dura
decenni, non è colpa dell’Europa. Sappiamo bene che il fiscal
compact è un accordo impegnativo, così come l’equilibrio di bilancio
è un esercizio faticoso. Ma sappiamo anche che è venuto il momento
di essere seri e di capire che non possiamo scaricare sui nostri
figli gli effetti di politiche dissennate come accaduto in passato».
POLITICA ESTERA. Renzi si dice «molto preoccupato per la situazione
in Libia» e nel Medio Oriente: «La questione è drammatica in molte
zone non lontane da noi. Non si tratta di pensare a come ogni
singolo Stato possa da solo mettere in campo iniziative. Quel tempo
è finito. Queste sono sfide che o l’Europa è in grado di affrontare
o l’Europa non è. Dai fenomeni migratori, all’esodo di profughi e
rifugiati, alle persecuzioni per motivi religiosi, qui si parrà la
nobilitate dell’Europa, il suo essere protagonista nel mondo
globale».
SCUOLA E OMOFOBIA.
«Sulla scuola stiamo lavorando, e seriamente,
con il ministro Giannini e con la sua squadra. E il 29 agosto
presenteremo una riforma complessiva che, a differenza di altre
occasioni, intende andare in direzione dei ragazzi, delle famiglie e
del personale docente che è la negletta spina dorsale del nostro
sistema educativo. Che non è affatto vero sia un problema, ma un
asset strategico del nostro Paese, che va valorizzato e messo in
sicurezza. In ogni caso la sfida educativa è la mia priorità. Tra
dieci anni l’Italia non sarà come l’avranno fatta i funzionari degli
uffici studi delle banche o i politici di Montecitorio; l’Italia
sarà come l’avranno fatta le maestre, i maestri, gli insegnanti».
Infine una battuta sul ddl omofobia presentato dal deputato Pd Ivan
Scalfarotto: «Il ddl Scalfarotto non minaccia la libertà di parola.
Ivan è stato duramente contestato anche da parte del suo mondo
proprio per questo».