«Con 110 e lode sono precaria da 8 anni»
Manuela Pascarella, docente di storia e
filosofia,
viaggia da Roma a Ladispoli percorrendo 120 chilometri al giorno
di Lorenzo De Cicco,
Il Messaggero
29.9.2013
LA STORIA
ROMA Centoventi chilometri, tra andata e ritorno, per andare al
lavoro. Tutti i giorni. Per mille euro al mese e con contratti che
durano, bene che va, una manciata di mesi. Benvenuti nella vita di
Manuela Pascarella, 33 anni di Reggio Calabria. Professione:
insegnante precaria. Dopo la laurea in Filosofia con 110 e lode nel
2005 a Bologna, inizia il calvario. «Sono stata costretta a
trasferirmi a Roma perché in Calabria c’erano pochissimi posti per
insegnare Storia e Filosofia».
Ma, nella Capitale, le cose non sono molto migliorate. I primi anni
passati a sopravvivere con supplenze di poche settimane, mettendo
insieme spezzoni di incarichi tra più licei. Poi quest’anno a
settembre è arrivata una supplenza più lunga: dieci mesi. In un
istituto di Ladispoli a 60 chilometri dalla stanza in affitto dove
vive, al quartiere Casilino.
I PENDOLARI
I precari più fortunati, spiega Manuela, raggiungono 1.250 euro al
mese, «ma solo chi riesce ad aggiudicarsi una supplenza annuale».
Gli altri, sommando incarichi spezzettati in più scuole, arrivano a
900 euro. «Soldi che non bstano neppure per affittare un bilocale.
Sei costretto a dormire in una camera ammobiliata». Poi c’è la
benzina, che può incidere pesantemente sullo stipendio se il posto
di lavoro è distante da casa. «L’anno scorso lavoravo in due scuole
a Santa Marinella e Ladispoli. Facevo 160 chilometri al giorno. Al
mese, di benzina, partivano 300 euro, più altri 4 euro e 40 ogni
volta che prendevo l’autostrada. Quest’anno insegno sempre a
Ladispoli, ma per fortuna la scuola è vicina alla stazione e posso
spostarmi in treno».
Per l’abbonamento comunque sono 70 euro al mese. «Una spesa che non
rimborsa nessuno». Nonostante tutto Manuela si sente fortunata.
«Conosco colleghi che tutti giorni partono alle 5 di mattina da
Salerno o da Napoli e arrivano alla stazione Termini in attesa di
una chiamata da parte di qualche scuola di Roma. Una mia amica
addirittura faceva la pendolare da Messina, dove abitava il figlio
di dieci anni col marito. Lei viveva a Roma cinque giorni a
settimana e nel week-end tornava a casa per poter stare con la
famiglia».
SENZA
CERTEZZE
«A giugno, quando mi scadrà il contratto – racconta ancora Manuela -
dovrò tornare all’Inps per chiedere la disoccupazione. Sperando di
ottenere un nuovo incarico a settembre». Quali prospettive per il
futuro? «Quando ho iniziato, sei anni fa, era appena stato varato il
piano del ministro Fioroni che prevedeva l’immissione in ruolo di
150mila precari. Poi invece è arrivata la riforma Gelmini che ha
tagliato 130mila posti di lavoro. E la prospettiva di essere assunta
in due-tre anni è stata schiacciata da un calvario continuo in cui
non si riuscivano neanche a prendere le supplenze temporanee.
L’ultima mazzata è arrivata con la riforma Fornero che ha portato a
67 anni l’età della pensione, allungando ancora la trafila dei
precari. Per lavorare ho chiesto l’abilitazione di insegnante di
sostegno. Ma l’assunzione rimane un miraggio». Altro che merito e
scatti di anzianità.