Riforma pensioni: quota 96 primo passo La riforma delle pensioni degli esodati del mondo scolastico sembra naufragare anche per via delle mancate entrate causate dalla cancellazione della prima rata sulla prima casa. di Marcello Tansini, webmasterpoint, 7.9.2013 La riforma delle pensioni è stata rallentata dalla cancellazione della prima rata dell'IMU? Proprio così. Il venir meno di quei circa 4 miliardi di euro di entrate che il governo Letta aveva messo in conto ha messo in dubbio le fragili certezze e le buone intenzioni. Gli spazi di manovra per cambiare il sistema previdenziale italiano nel segno di una maggiore flessibilità sono stati ridotti. Lo sanno bene i cosiddetti quota 96 costretti a vedere naufragare le speranze di risoluzione della loro vicenda. Sembra infatti che nel prossimo decreto scuola non troveranno spazio. In ballo ci sono quei 5-6.000 lavoratori che, nonostante il compimento di 61 anni d'età e il raggiungimento di 35 anni di contributi, non sono andati in pensione a causa dell'introduzione della riforma Fornero che non ha tenuto conto della peculiarità del calendario scolastico. E mentre c'è chi chiede il ricorso alla Corte di giustizia dell'Unione europea contro il governo italiano e chi si rivolge al segretario del Partito Democratico Guglielmo Epifani, al ministro dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza e al premier Enrico Letta, le uniche speranze per una definitiva risoluzione della questine sembrano confinate in una legge di stabilità o in un provvedimento ad hoc. A deporre momentaneamente le armi anche Manuela Ghizzoni, deputato del Partito Democratico, depositaria di un inascoltato disegno di legge sugli esodati del mondo scolastico con cui correggere la tempistica dell'andata in pensione da anticipare al 31 agosto, visto che l'anno di riferimento della scuola non è l'anno solare ma quello scolastico. Alle buone intenzioni, però, non sempre si riesce a dare la giusta risposta. |