I cattolici lanciano la pedagogia del 'gratuito': basta classi pollaio, più attenzione a stranieri e disabili

di A.G. La Tecnica della Scuola 6.10.2013

Le richieste sono dell'associazione Papa Giovanni XXIII: è giunto il momento di denunciare con forza l'aumento indiscriminato del numero di alunni per classe, la mancanza di risorse per l'integrazione e di una progettazione nell'edilizia scolastica. Sulla disabilità: è ricchezza umana, non un limite.

No alle classi ‘pollaio’, maggiore accoglienza degli alunni stranieri, programmazione nella gestione delle strutture scolastiche, ma soprattutto tanta attenzione agli allievi diversamente abili.

È il modello pedagogico che l'associazione Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi, ha presentato a San Marino il 6 ottobre nel corso del convegno 'La Scuola del gratuito'. L’associazione, chiaramente di convinta ispirazione cattolica, ha chiesto di porre finalmente “al centro la persona e non il profitto, che investe sulla cooperazione e il coinvolgimento diretto delle famiglie, che valorizzi la presenza della disabilità come ricchezza umana e non come limite”.

Secondo Luca Ugolini, insegnante della Comunità Papa Giovanni XXIII, è giunto il momento di denunciare “con forza l'aumento indiscriminato del numero di alunni per classe, la mancanza di risorse per l'integrazione scolastica, la mancanza di una progettazione a lungo termine nel settore dell'edilizia scolastica, l'assenza di una linea pedagogica chiara e rispettosa della persona”.

Di fatto, osserva la comunità, “emerge la necessità di informare e coinvolgere, quanto più possibile, insegnanti, genitori, studenti perché si appassionino a un progetto radicalmente nuovo, che pone al centro la persona e non il profitto, che investe sulla cooperazione e il coinvolgimento diretto delle famiglie, che valorizzi la presenza della disabilità come ricchezza umana e non come limite. La scuola che sa accogliere chi è diversamente abile, è capace di accogliere davvero tutti”.

“Scegliamo una pedagogia dei piccoli passi, dove tutti possono crescere raggiungendo obiettivi comuni, passo dopo passo! Un'educazione in cui l'insegnante non pieghi i giovani alle logiche del profitto bensì valorizzi il rispetto e l'accoglienza della diversità: non dimentichiamo che l'educazione è prima di tutto relazione umana, un incontro. Il nostro obiettivo – conclude l’associazione - è attuare una sperimentazione ufficiale e riconosciuta della Pedagogia del Gratuito”.