I 50 anni delle medie

Pasquale Almirante, La Sicilia 6.10.2013

Nel 1963 la scuola Media diventava obbligatoria, fino a 14 anni, e gratuita per tutti, consentendo così l'istruzione per 600.000 alunni di ogni estrazione sociale. Una sorta di rivoluzione culturale che investì l'Italia ma che, come al solito, non era del tutto preparata a tale evento. È vero che già qualche anno prima della legge era stata implementata la "Media Unica Sperimentale", ma è anche vero che improvvisamente ci fu estremo bisogno di personale e di aule, entrambe di difficile reperimento. L'obbligo infatti si concludeva con la quinta elementare e le possibilità di proseguire gli studi erano due: o la scuola media o gli avviamenti professionali, ma solo per chi volesse o fosse in condizioni economiche di farlo. In ogni caso erano migliaia i comuni dove mancavano le scuole per cui con la nuova Media fu necessario reperire le aule, ma anche reclutare docenti e dirigenti. Fu allora che si aprì una sorta di chiamata diretta di personale, il più delle volte sfornito persino di titolo, mentre le università dovettero attrezzarsi per formare i docenti che mancavano.

Basta ricordare che ai laureati in legge era perfino consentito di insegnare lingue straniere, mentre ci fu pure un momento in cui per gestire l'assegnazione ai neo professori del posto, i sindacati furono abilitati a costituire nei provveditorati la cosiddetta "commissione incarichi", sostituendo e scavalcando i funzionari preposti. E da lì incominciò pure a crescere la tremenda pianta, che ancora vegeta, del precariato e dei supplenti, mentre tutta la legislazione si arrampicava e costruiva su questo errore.

Una società prevalentemente agricola, e per certi versi ancora arretrata, che non si seppe dare un progetto logico e scientifico per contenere un giusto diritto, mentre aule e arredi venivano raccattati, soprattutto nei piccoli comuni, alla meglio persino presso case private e vecchi magazzini. Ma la questione più grossa furono i docenti, i vincitori dei concorsi, quelli indispensabili per formare la nuova classe dirigente che da quel momento in poi si poteva pescare anche tra le classi sociali più deboli. Il "68, con le conseguenti contestazioni, mise in luce anche tutte le incongruenze di un simile ordinamento scolastico affrettato e contraddittorio.