Precari, la Ue non ci sta più Stipendi più bassi rispetto ai colleghi di ruolo di Franco Bastianini, ItaliaOggi 26.11.2013 Sul trattamento giuridico ed economico riservato dalle leggi italiane agli insegnanti e all'altro personale precario in servizio nelle scuole statali, l'Europa non ci sta più. La Commissione EU sembra infatti avere perso la pazienza nei confronti dell'Italia che, nei fatti, continua ad ignorare le richieste di adeguamento alle norme, contenute nella direttiva comunitaria 1999/70/CE e successive modificazioni, appunto in materia di trattamento giuridico ed economico degli insegnanti e del personale precario della scuola statale. Se entro sessanta giorni, si legge infatti in una nota della Commissione inviata nei giorni scorsi alle autorità italiane, l'Italia non avrà fornito risposte alle richieste di chiarimenti sulla discriminazione economica in atto tra il personale non di ruolo e quello di ruolo, questione già oggetto di procedure d'infrazione avviate nel 2010, nel 2012 e nel 2013, la Commissione si vedrà costretta a portare l'Italia davanti alla Corte di giustizia europea che, nel caso di una sentenza di condanna, potrebbe costare alla casse dello stato qualche decina di milioni di euro. Il pericolo non poteva lasciare indifferenti le organizzazioni sindacali che, infatti, da tempo stanno sollecitando il ministro dell'istruzione a porre fine ad una situazione non più sostenibile soprattutto per quanto riguarda il numero sempre più alto di contratti a tempo determinato, anziché di contratti a tempo indeterminato a copertura di tutti i posti vacanti negli organici di fatto e di diritto dei docenti e del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario. Anche se provvisori, i dati relativi al numero dei docenti e degli Ata in servizio nel corrente anno scolastico con contratti fino al 30 giugno o fino al 31 agosto 2014 non fanno che confermare la validità delle riserve espresse dalla Commissione EU concretizzatesi nelle predette procedure d'infrazione. Dovrebbe infatti aggirarsi intorno alle 120.000 unità il numero dei docenti non di ruolo attualmente in servizio, mentre il numero del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario in servizio con contratti a tempo determinato dovrebbe aggirarsi intorno alle diciottomila unità. |