Classe-ponte di stranieri: esperienze emiliane

da Tuttoscuola, 11.11.2013

Per diverso tempo la Lega ha tentato di far passare la sua idea di classi-ponte di soli stranieri, ma non ha fatto breccia sul piano istituzionale.
Ultimo in ordine di tempo il governatore del Veneto, Luca Zaia, che a settembre dichiarava “Il governo abbia il coraggio di intervenire, questo sta a significare nessuna ghettizzazione ma semmai integrazione con una full immersion di lingua italiana, allora sì i bambini riuscirebbero a integrarsi. La classe ponte è l'alfabetizzazione della lingua italiana".

A Bologna è stata ora costituita una classe ponte di soli stranieri. E risulta che in regione un’esperienza analoga a Luzzara (RE) è stata sostenuta da amministrazioni comunali di sinistra da almeno cinque anni. Senza polemiche e con generale apprezzamento.

Eppure i due ministri interessati, Maria Chiara Carrozza per l’istruzione e Cecile Kyenge per l’integrazione, entrambe parlamentari elette nelle file del PD, non sembrano favorevoli a quello che potrebbe configurarsi come un tentativo di valutazione della conoscenza della lingua italiana prima dell’inserimento in classe. Qualcosa che somiglia molto ai percorsi che le università organizzano per gli studenti della maturità prima di avviarli ai percorsi di studio ufficiali. Un modo per prevenire la dispersione scolastica, elevatissima tra gli studenti di origine straniera.

A questo punto riteniamo che sia opportuna una pausa di riflessione per una valutazione oggettiva del progetto bolognese, al netto dei riferimenti normativi e amministrativi e delle polemiche politiche e ideologiche.