Tfa speciale, l'abilitazione che vale metà Il capo dipartimento Stellacci anticipa i contenuti del decreto sul TFA speciale: «per tutelare i più giovani, questa abilitazione darà 6 punti al posto di 12». Prevista per giugno la prova nazionale di Sara De Carli da Vita, 26.3.2013
La prova nazionale per il TFA speciale sarà a giugno. È questa la
previsione di Lucrezia Stellacci, capo dipartimento per l'istruzione
al Miur. È lei che ha seguito nel dettaglio il complesso e lungo
iter del decreto che ha portato i TFA speciali a vedere la luce. Ed
è lei che, in attesa di vedere il testo del decreto, ci spiega
qualche contenuto in più.
Come sa dobbiamo attendere che il primo decreto venga registrato alla
Corte dei Conti e pubblicato in Gazzetta Ufficiale, mentre per il
terzo decreto, quello che cambia le tabelle di valutazione per i
titoli, dobbiamo attendere il parere del Consiglio di Stato.
Ci vorranno 30-40 giorni per la pubblicazione in Gazzetta, nel
frattempo noi procediamo con una ricognizione puntuale, immagino che
a giugno potremmo fare le prove nazionali.
Sul numero, faremo una ricognizione puntuale. È una stima, i sindacati
dicono cifre più alte. Tutti quelli che faranno domanda e hanno i
requisiti avranno un posto, su tre anni. Sulle classi con numeri più
esigui la cosa si potrà risolvere anche prima, per quelle più
affollate ci saranno delle graduatorie. Quel che è certo è che
questa è uno strumento transitorio, che avrà al massimo tre edizioni
e che si chiuderà nel 2014-2015.
Noi abbiamo seguito l’indirizzo politico del ministro Profumo e
personalmente sono convinta che la soluzione trovata coniughi
giustizia, equità e merito. Abbiamo tutelato chi frequenta il TFA
ordinario innanzitutto evitando che il TFA speciale fosse una sorta
di sanatoria, come è successo nel 2005, dove a chi aveva già fatto
supplenze bastava presentarsi alle lezioni per avere l’abilitazione.
Abbiamo evitato che l’abilitazione fosse un “patentino” garantito a
chi ha già tre anni di insegnamento, per questo abbiamo messo la
prova nazionale che accertasse le conoscenze e la prova finale, che
accerterà la professionalità. Il percorso è del tutto analogo a
quello del TFA ordinario, tranne che per il numero chiuso, perché
abbiamo riconosciuto che queste persone, che per anni hanno mandato
avanti la scuola facendo supplenze, hanno il diritto ad abilitarsi.
Questo è il punto contenuto nel decreto inviato al Consiglio di Stato
per un parere.
Sì, il Consiglio di Stato può sollecitare modifiche. Però la
differenza di punteggio è stata introdotta sulla base delle
osservazioni fatte dalla VII Commissione: non abbiamo potuto farlo
nel DM sul TFA, l’abbiamo fatto in un DM a parte. Noi abbiamo la
coscienza a posto, poi ognuno si prenda le sue responsabilità.
La preoccupazione di chi sta frequentando il TFA ordinario era che,
riconoscendo il medesimo punteggio alle due abilitazioni, chi già ha
tanti anni di supplenza all’attivo passasse nelle graduatorie di
seconda fascia con un distacco molto ampio rispetto ai giovani. Le
due categorie, che oggi stanno nelle graduatorie di terza fascia,
infatti si competono la collocazione nelle graduatorie di seconda
fascia, quelle da cui si attinge per le supplenze annuali. Noi
abbiamo voluto ridurre un po’ la distanza. L’abilitazione conseguita con il TFA ordinario vale 12 punti, quella conseguita con il TFA speciale vale 6 punti. Abbiamo anche ridotto il punteggio per le supplenze, ora è di 6 punti all’anno. Il punteggio complessivo è una cosa complessa, ma la base del ragionamento è questa. Ovviamente, ricordo, questo punto è ancora sub iudice. |