Blocco dei contratti: di Reginaldo Palermo La Tecnica della Scuola 25.5.2013 Il dibattito in Commissione Cultura era previsto nei giorni scorsi, ma è saltato, forse è difficile trovare un accordo all'interno della maggioranza. La relazione di apertura è stata affidata a Francesca Puglisi (PD). Il parere va espresso entro martedì 28. Sullo schema di Regolamento relativo al blocco dei contratti pubblici fino al 31.12.2014 le Commissioni Cultura e Bilancio avrebbero dovuto esprimere il proprio parere già nei giorni scorsi. In Commissione Cultura, in particolare, c’era particolare attesa perché la relazione introduttiva è stata affidata alla senatrice del PD Francesca Puglisi che in più circostanze si è espressa a favore della valorizzazione della funzione docente. In realtà il dibattito è saltato ed è stato aggiornato. I motivi ? Notizie ufficiali non ce ne sono, ma è probabile che non sia solo una questione di tempi insufficienti. E’ possibile che all’interno della maggioranza di Governo non sia facile trovare un accordo anche se, a dire il vero, alla Camera il provvedimento ha già incassato l’ok dei deputati. Il passaggio al Senato, però, è particolarmente atteso anche a seguito del pressing che sindacati hanno messo in atto proprio negli ultimi giorni. In un ampio documento della stessa confederazione guidata da Susanna Camusso, la Cgil dimostra – numeri alla mano – che il pubblico impiego (e dunque anche la scuola) ha già pagato duramente la stagione dei tagli e dei risparmi. Negli ultimi tre anni, sostiene la Cgil, a causa dei mancati rinnovi contrattuali i docenti e gli altri dipendenti pubblici hanno perso non meno di 50 euro mensili in termini di potere d’acquisto. Senza contare, sottolinea il sindacato di Camusso, che sono diminuiti in modo consistente anche i posti di lavoro nella pubblica amministrazione e nella scuola. Il dibattito parlamentare sul regolamento voluto dal precedente Governo potrebbe essere l’occasione per tentare una inversione di rotta, ma un po’ di sano realismo è sempre indispensabile. Adesso, però, i tempi sono davvero stretti: le Commissioni Cultura e Bilancio del Senato devono assolutamente esprimersi entro martedì 28. La Commissione Affari Costituzionale ha invece tempo fino al 7 giugno per riferire in aula. Dopo quella data il Governo potrà decidere sul da farsi. |