Maglia del Cav. in classe

Pasquale Almirante, La Sicilia 26.5.2013

A Caserta, in un istituto per geometri, un alunno si è presentato in classe con una maglietta riproducente il volto di Berlusconi. La professoressa d'inglese, raccontano i giornali, a quella vista avrebbe non solo inveito contro l'alunno («Ti dovresti impiccare tu e Berlusconi» e «Ti ucciderei a te e pure a lui»), ma l'avrebbe pure costretto a indossarla al rovescio. E, come è facile immaginare, si è aperta la polemica, considerato ancora che magliette con il Che Guevara o Vasco Rossi sono ammesse, mentre queste altre no.

E siccome la faccenda coinvolge la sicurezza della Nazione, la tenuta della finanza e la pace sociale, si è scomodato perfino il Parlamento, perché è partita una interpellanza di un deputato Pdl, che, reputando «grave, discriminatorio, offensivo e violento, quel comportamento», chiede per l'insegnante delle sanzioni esemplari. Ma non finisce qui. Il senatore Nitto Palma, presidente della commissione Giustizia, ha affermato che l'episodio «merita l'esecrazione di chiunque creda nella sacralità dell'istituzione scuola», mentre per l'on. Mara Carfagna «la vera preoccupazione è che il germe dell'intolleranza venga inoculato nelle giovani generazioni»; si associa il presidente della Campania, Paolo Romano, sostenendo che «la vicenda impone una riflessione per tutti, se il clima di odio che porta a gesti esasperati nelle piazze si respira addirittura nelle scuole».

Nessuno ha però pensato che se a scuola tutti gli alunni venissero con magliette riproducenti i volti dei politici di spicco - da Bersani a La Russa, da Monti a Grillo - ci sarebbe da perdersi; e nessuno ha fatto caso che anche questo può essere un modo per fare propaganda politica, attività che invece è spesso rimproverata alla scuola, tanto che Berlusconi e Carfagna amano scagliarsi contro i professori sessantottini "inculcatori" di idee comuniste. Che se fosse vero, considerato che dalla scuola passano oltre il 90% degli italiani, nessuno dovrebbe votare la destra, da lui rappresentata. Inoltre, approfittare di un fatto isolato, e ancora tutto da accertare, per collegamenti "forzati" su presunti climi di odio fomentati anche dalla scuola, appare esagerato se non addirittura strumentale. È vero che Berlusconi, come dice Gramellini, più che un politico è una «idea», ma da qui a scomodare il Parlamento, col clima d'odio, ne corre.