Invalsi, al via i test del sistema scolastico
Saranno coinvolti quasi 2milioni e 200mila
alunni dal 7 maggio al 17 giugno. di Salvo Intravaia, la Repubblica 6.5.2013 Al via i test Invalsi. Tra polemiche, novità e docenti "costretti" ad una giornata di superlavoro, domani partono i test che certificano il livello di preparazione dei nostri alunni. E per la prima volta i risultati saranno visionabili anche dai genitori. Per questa tornata di test Invalsi saranno coinvolti quasi 2milioni e 200mila alunni di tutti i gradi di scuola: dalle elementari alle superiori. I primi a cimentarsi col quizzone pieno di domande a risposta multipla e domande aperte saranno gli alunni delle seconde e quinte elementari che martedì 7 maggio svolgeranno la prova di Italiano. Venerdì 10 maggio, per le stesse classi, sarà la volta della prova di matematica. Il 14 maggio saranno chiamati a svolgere i due questionari - sempre Italiano e Matematica - i ragazzini della prima media e due giorni dopo sarà la volta dei compagni della seconda classe della scuola superiore. Le prove si chiudono il 17 giugno con la prova per gli studenti della terza media alle prese con gli esami finali. In questo caso, la prova contribuirà alla valutazione e al voto finale del diploma. Diverse le novità introdotte quest'anno dal gruppo di lavoro dell'Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione. E per la prima volta, sarà anche chiamato a svolgere una prima "prova" Invalsi anche un campione di studenti dell'ultimo anno delle superiori. Da quest'anno, spiega Roberto Ricci, a capo dei ricercatori dell'Invalsi che si occupano della valutazione del sistema scolastico italiano, i dati delle singole scuole e delle singole classi saranno più accessibili. Potranno visionare i risultati più soggetti che in passato e per la prima volta anche i genitori. L'accesso ai dati, da quest'anno, è infatti disponibile per il dirigente scolastico, il Referente per la valutazione d'istituto, i singoli docenti e il presidente del Consiglio d'istituto che è appunto un genitore. In buona sostanza, sebbene per il tramite del presidente del Consiglio d'istituto, i genitori potranno venire a conoscenza del livello di preparazione che offre la scuola frequentata dai propri figli. Perché, altra novità in arrivo, la massa di dati che verrà messa a disposizione delle scuola verrà ampliata. Le scuole avranno la possibilità di consultare i dati complessivi dell'istituto e quelli delle singole classi, ma i dati messi a disposizione dell'Invalsi consentiranno alle scuole - e alle singole classi - di confrontarsi con le scuole dell'intera regione, dell'area geografica di appartenenza e con quelle di tutti il territorio nazionale. Lo scopo - spiega Ricci - è quello di fornire un supporto per eventuali azioni di miglioramento da parte degli istituti". "L'auspicio - continua Ricci - è che questi dati divengano patrimonio per la scuola e le sue componenti per individuare eventuali criticità e o punti forti da consolidare". Perché i dati di confronto verranno in parte depurati dalle condizioni socio economiche dell'area in cui insiste la scuola. "È una anticipazione - spiega Ricci - del Valore aggiunto" che in futuro dovrebbe dare alle scuole il reale apporto fornito dalla scuola alla preparazione degli alunni. In pratica, sarà possibile paragonare due classi, una di un quartiere bene e un'altra di un quartiere degradato, semplicemente depurando i risultati dalle condizioni socioeconomiche e culturali degli alunni. Ma non solo. Da quest'anno, insegnanti, genitori e dirigenti scolastici avranno i risultati depurati dai comportamenti di cheating - l'aiutino dell'insegnante o l'opera di collaborazione tra alunni poco sorvegliati - e confrontati con classi omogenee dell'area di appartenenza dell'istituto. In poche parole le diverse componenti della scuola - genitori compresi - potranno valutare il livello di preparazione fornito dagli insegnanti della scuola. La restituzione dei dati "vuole stimolare - spiegano da Villa Falconieri - l'avvio di quei processi di autovalutazione da cui le scuole dovrebbero poter identificare propri punti di forza e criticità, individuando possibili interventi di miglioramento". Ma i Cobas della scuola, da sempre "contro la scuola-quiz e la scuola-miseria" dal 7 al 16 maggio hanno indetto una serie di giornate di sciopero per boicottare i test Invalsi. Un rito che considerano "distruttivo, con test imposti come presunta misura della qualità del lavoro dei docenti e degli studenti e come valutazione, velleitaria e strumentale, del livello di istruzione fornita dai singoli istituti". E anche quest'anno i docenti saranno costretti a sobbarcarsi ore di caricamento di dati al computer senza un solo euro in più. |