Scuola, il referendum che spacca Bologna
Guccini-Prodi fronti opposti, domenica al voto
Il 26 maggio cittadini chiamati a pronunciarsi
sul finanziamento comunale alle materne private paritarie. Un tema
attorno al quale si è consumato uno strappo nella maggioranza.
Costituzionalisti da un lato ed economisti e uomini di chiesa
dall'altro, il cantautore per l'opzione A, il fondatore dell'Ulivo
per la B. Sospetti sulla trasparenza nei seggi e appelli per il
silenzio elettorale. Il ministro Carrozza: "Il mio compito è quello
di appoggiare gli accordi per coprire tutti i posti per i bambini"
di Micol Lavinia Lundari, la Repubblica
di Bologna 22.5.2013
Un voto "che non è solo
bolognese, ma apre scenari nazionali". Un confronto sempre più
acceso, che vede salire, ora dopo ora, l'asticella della tensione,
fra attacchi verbali, a suon di dichiarazioni alla stampa e in rete.
Due fronti opposti, politici e sociali, che si scontrano per
strappare fino all'ultimo consenso. Il referendum consultivo cui
saranno chiamati domenica i cittadini non riguarda soltanto il
milione e più di euro che il Comune di Bologna versa ogni anno alle
scuole materne paritarie - i promotori, il comitato Articolo
33, vogliono abolire il finanziamento; gli oppositori
mantenere il sistema integrato pubblico-privato.
VIDEO
Ascanio Celestini è per la A
Lo si capisce dal clima sempre più infuocato a urne ancora chiuse.
Con Sinistra ecologia e libertà che accusa il sindaco Virginio
Merola di volerla escludere dalla maggioranza e fare accordi con il
centrodestra, con i referendari che cercano volontari-osservatori
nei seggi, con lo schieramento di artisti, scrittori, volti noti
della scena nazionale - guidati da Stefano Rodotà -
in campo "per la scuola pubblica", esponenti della Chiesa (il
cardinal Angelo Bagnasco), del Governo (il ministro
Maurizio Lupi) e la grande maggioranza del
Consiglio comunale, da Pd a Pdl e Lega, oltre a studiosi come
Stefano Zamagni, che difendono con le unghie e i
denti il sistema esistente "che funziona e che è il migliore
possibile".
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Chi vuole che quel milione resti nelle casse del Comune a
disposizione delle scuole comunali e statali voterà domenica
"A", chi apprezza l'attuale sistema integrato sceglierà
invece l'opzione "B". A fianco dei referendari si è
schierato Francesco Guccini, in difesa di una
"scuola dell'infanzia, pubblica laica e plurale". Mentre Romano
Prodi, per il B, ha ricordato che "l'accordo che ha
funzionato bene per tantissimi anni e che, tutto sommato, ha
permesso, con un modesto impiego di mezzi, di ampliare almeno un po’
il numero dei bambini ammessi alla scuola dell’infanzia".
LEGGI Referendum, Prodi vs Guccini
VIDEOFORUM A REP.BO Bonaga (A) vs Zamagni (B)
L'attuale ministro dell'Istruzione, Maria Chiara Carrozza,
intervenendo oggi da Firenze sottolinea come ''l'interesse mio e del
Ministero è appoggiare gli accordi che vedono il ruolo delle
paritarie per coprire tutti i posti per i bambini''. ''Dobbiamo
pensare ai bambini che devono andare a scuola - spiega - e garantire
la copertura per tutti. Lo spirito della legge era ben definito, le
scuole paritarie hanno degli obblighi da rispettare nei contratti
con gli insegnanti, nei programmi, nel come si pongono e hanno un
valore importante perché offrono un servizio che permette a un
Comune di soddisfare le esigenze delle famiglie''.
Una delle ultime voci che si è pronunciata sul referendum del 26
maggio è quella dell'ex ministro dell'Istruzione Luigi
Berlinguer. Il padre della riforma che ha istituito le
scuole paritarie è convinto che "certa politica rischi di
allontanarsi dalla vita vera della scuola, abdicando a una
coraggiosa azione progressista di rinnovamento del complessivo
assetto dell'istruzione, condannando cosi' l'Italia a restare in
coda alle classifiche in Europa nell'attività educativa". Ricordando
anche che la condizione della scuola dell'infanzia bolognese è unica
in Italia: "Grazie al sistema integrato fra scuole comunali, statali
e paritarie, le scuole dell'infanzia della 'dotta' città coprono il
98,4% della domanda". Cifre snocciolate anche dal Comune nei giorni
scorsi, e la cui lettura è stata contestata da Articolo 33.
LEGGI Le cifre del Comune. Articolo 33: "Disinformazione"
La maggior parte dei partiti e del Consiglio comunale, si diceva, è
a favore dello status quo. Nella maggioranza che tiene in piedi la
giunta Merola, tuttavia, esistono crepe importanti: Sel
sostiene la battaglia del fronte A (assieme al Movimento
cinque stelle), e accusa il primo cittadino di voler stringere
alleanze col centrodestra. Virginio Merola, dal
canto suo, da qualche ora ha scelto il silenzio ma nei giorni scorsi
ha ribadito più e più volte che si tratta di un "referendum
consultivo", e dunque non abrogativo, e che anche di fronte alla
vittoria dell'Articolo 33 non intende modificare l'assetto attuale
del sistema scolastico dell'infanzia perché "funziona" ed è stato un
tassello fondamentale della sua elezione a Palazzo d'Accursio. E'
solo di qualche giorno fa lo scontro diretto fra il sindaco e il
leader di Sel Nichi Vendola, che si era espresso a
favore della scuola totalmente pubblica, con accuse di
inopportunità, invasione di campo e incoerenza, e richieste di scuse
respinte al mittente.
LEGGI "Merola vuole cacciare Sel"
Merola-Vendola
La lettera di Merola ai genitori
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La replica: "Perché votare A"
Il fronte del B accusa i promotori di far spendere
in un solo giorno di consultazione quasi la metà (483mila euro) di
quel milione tanto contestato. Il fronte che promuove l'opzione
A, invece, temendo che il voto possa non essere trasparente
ha chiesto e ottenuto navette speciali per quella parte di residenti
che dovrebbero recarsi in seggi molto lontani e sta organizzando un
servizio a chiamata per chi ha necessità di essere accompagnato in
auto, mentre a vigilare sulle urne vi saranno volontari-osservatori.
L'ultima conquista sono seggi mobili negli ospedali e case di cura.
LEGGI Sospesa la Ztl per consentire il voto, navette speciali
"E' incredibile vedere come si siano scatenate le lobby pro scuola
privata nella nostra città con una serie di costosissime campagne
disinformative che ci fanno capire come dietro a questa
consultazioni siano in gioco molti interessi economici e non i
diritti di bambini o famiglie". E' l'analisi di Filippo Bortolini,
segretario cittadino dei Verdi. "E' da mesi che ci
tacciano di ideologizzare questa battaglia, ma la verità è che il Pd
e il centrodestra ormai hanno una visione identica della società
dove lo Stato deve fare solo il controllore lasciando in mano ai
privati l'organizzazione e la gestione dei servizi", spiega
Bortolini in una nota, ribadendo il "convinto sostegno" dei Verdi "a
questo referendum che è frutto prima di tutto di una mancanza di
ascolto da parte di questa giunta, che non si confronta neanche con
i partiti le hanno permesso di essere lì ad operare". E, in
aggiunta, "perché non possiamo accettare che si confonda il termine
sussidiarietà con privatizzazione". Anche in questi ultimi giorni
i Verdi invieranno circa 2.000 mail di invito a votare A.
Nei giorni scorsi vi sono state anche manifestazioni di insegnanti e
appelli su Twitter. L'ultimo fronte dello scontro è la richiesta del
silenzio elettorale. "Non è previsto per questo tipo di
consultazione", ha risposto l'amministrazione quando l'Articolo 33
ha scoperto che piazza Maggiore era stata prenotata sabato dal Pd. E
i referendari rilanciano: "Che accadrà allora a urne aperte?",
saranno possibili dunque comizi nei seggi, si domandano. A questa
domanda risponde il sindaco, oggi, con un'ordinanza: viene istituito
il divieto "di qualsiasi forma di
propaganda in merito all'oggetto del quesito del referendum
entro un raggio di 300 metri di distanza dalle sedi comunali
ospitanti i seggi per la consultazione popolare".
LEGGI La battaglia per il silenzio elettorale
L'ordinanza del sindaco: divieto di propaganda
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Il testo (pdf)
Ora, a quattro giorni dalla chiamata alle urne (per la quale hanno
firmato 13mila bolognesi), gli occhi della città sono puntati su
quello che accadrà sabato in piazza Maggiore, dove il comitato per
il B chiuderà la sua campagna elettorale, e dove è annunciata una
contromanifestazione dell'Usb. Una tensione
crescente prima ancora di conoscere l'esito della consultazione.
Il quesito del referendum. Questa la domanda sulla
scheda: "Quale fra le seguenti proposte di utilizzo delle risorse
finanziarie comunali che vengono erogate secondo il vigente sistema
delle convenzioni con le scuole d’infanzia paritarie a gestione
privata ritieni più idonea per assicurare il diritto all’istruzione
delle bambine e dei bambini che domandano di accedere alla scuola
dell’infanzia?
a) utilizzarle per le scuole comunali e statali
b) utilizzarle per le scuole paritarie private".