Referendum scuola pubblica, Il sindaco di Bologna lancia un appello su Facebook per votare B alla consultazione del 26 maggio e la rete si scatena. Tra i sostenitori dell'opzione A, l'attore Ivano Marescotti: "Invito degno del peggior democristiano" G.Z. Il Fatto Quotidiano 13.5.2013 Non solo volantinaggio e incontri. A Bologna, in vista del voto del 26 maggio, la battaglia referendaria tra chi vorrebbe abolire i finanziamenti comunali alle materne paritarie, e chi, invece, preferirebbe non modificare di una virgola il sistema integrato pubblico privato, si combatte anche sul web. Nel fine settimana, l’appello pubblicato online dal sindaco Virginio Merola, che invitava i genitori a votare l’opzione B, è stato sommerso da una valanga di commenti. Sotto la lettera, postata sulla pagina Facebook, si è scatenato un fitto botta e risposta, e uno scambio di accuse tra esponenti Pd e diversi sostenitori del referendum, tra le cui fila, proprio nelle ultime ore, è arrivato anche il sostegno del columnist di Repubblica, Corrado Augias. Pochissimi quelli nascosti dietro nickname. Anzi, alcuni sono nomi noti della cultura e della vita politica bolognese. Come l’attore Ivano Marescotti, fin dall’inizio schierato a fianco del Comitato articolo 33, promotore della consultazione, che con la giunta e il Pd non usa il guanto di velluto.“Questo commento e invito del sindaco Merola è degno del peggior democristiano vecchio stile” scrive. “La Costituzione non è interpretabile a seconda se il Pd vuole fare un partito con la ex Dc e ora governare con il Pdl di Berlusconi. Pagare per le scuole private è tradire la costituzione per fini politici, altro che bambini strumentalizzati. Avete svenduto il patrimonio ereditato dal Pci e ora al governo con Berlusconi avete anche perso il titolo di sinistra”. Paolo Soglia, ex candidato alle primarie di Sel, punta il dito direttamente contro il sindaco Merola: “Hai politicizzato al massimo il referendum, ci metti non solo la faccia facendo propaganda, ma ne hai fatto un test sull’intera amministrazione. Credo sia un grave errore che il Pd di Bologna non avrebbe dovuto avvallare. Ma se poi lo perdi che conseguenze ne trai dopo aver alzato così la posta, ti dimetti?”. Soglia prova a mettere Merola di fronte alle conseguenze nel caso di una vittoria dei referendari. È chiaro, infatti, che in gioco, il 26 maggio, non c’è solo il milione di euro destinato ogni anno alle scuole d’infanzia convenzionate, considerato anche il fatto che il referendum è solo di tipo consultivo. Ma in ballo c’è la tenuta stessa dell’intero Pd, schierato fin dall’inizio a favore dei fondi alle private, insieme a Pdl, Lega e Curia, e della maggioranza in comune. L’alleanza con Sel, che fino ad oggi ha permesso di avere voti e numeri per amministrare la città, ora assomiglia più a un continuo braccio diverso su diverse questioni locali, che vanno dalla fusione Hera Aceagas, alla realizzazione del People Mover. Per arrivare fino alle scuole d’infanzia, dove il partito di Vendola è in prima linea, insieme al Movimento 5 stelle, a favore dell’opzione A, quella che prevede lo stop dei soldi pubblici alle paritarie. Intanto, a meno di due settimane dal voto, il calendario dei due schieramenti si riempie di appuntamenti. Il Pd ha messo in moto la macchina del partito, organizzando incontri quotidiani nei circoli, nelle parrocchie e nelle feste dell’Unità, per spiegare alla città le “ragioni del B”. Con una festa finale in Piazza Maggiore, prevista nel pomeriggio di sabato 25 maggio, a poche ore dall’apertura dei seggi. Dall’altra parte il comitato Articolo 33, che oltre a continuare le attività di volantinaggio nei diversi quartieri della città, ha chiamato a raccolta i suoi per una cena di autofinanziamento, in calendario per giovedì 16. Serata che si va ad aggiungere a una serie d’incontri e dibattiti. Per il 20 maggio, poi, è già stata organizzata dal Movimento 5 stelle una serata al circolo Mazzini, per “mandare un segnale politico forte e chiaro su quanto questa città creda nel valore della scuola pubblica”. |