Continua la nostra inchiesta sulla digitalizzazione
dell'istruzione e le posizione dei partiti

Giordano (Sel) a Tuttoscuola:
Scuola digitale contro la diseguaglianza

La seconda tappa del viaggio di Tuttoscuola
tocca Sinistra e Lbertà, la formazione di Nichi Vendola

da Tuttoscuola, 1.7.2013

Secondo Lei, va accelerato il processo di digitalizzazione della scuola o va  individuato un punto d’equilibrio tra insegnamento tradizionale e nuova didattica digitale?

"Non credo che il focus sia nell’accelerazione di una  nuova didattica digitale in termini sostitutivi.
La multimedialità, la rete hanno diversi pregi: riproducono una modalità induttiva di funzionamento del pensiero, che è propria dei nativi digitali; hanno un valore attrattivo della motivazione e dell’interesse dei ragazzi; possono essere degli strumenti di amplificazione delle potenzialità cognitive e di facilitazione( penso ai DSA o ad alcune tipologie di BES). In tal senso rappresentano una possibilità comunicativa di incontro tra generazioni che pensano e si esprimono in modo diverso.
Esse però rappresentano degli strumenti. Pur essendo il fronte avanzato dell’innovazione,  proprio in quanto strumenti, sono al servizio di una idea di scuola e di cultura. Se scuola e cultura rappresentano obiettivi di investimento e crescita del nostro paese e quindi diventano la strada delle opportunità e dell’inclusione come della promozione delle eccellenze allora saranno stati buoni strumenti.

Diversamente correranno il rischio di essere strumenti di demagogia".
 

In che modo cambia il ruolo degli insegnanti? Ritiene che il loro aggiornamento per quanto riguarda le competenze in materia di scuola digitale debba diventare obbligatorio?

"Credo siano, a dispetto di ogni delegittimazione,  punti di riferimento: la scuola rappresenta, di fatto in molti non-luoghi reali o virtuali, l’ultimo argine alla modernità liquida.

E’ richiesto loro in una prospettiva sempre più laboratoriale, di essere co-costruttori, con i propri studenti, di conoscenze, di abilità, di competenze che incrociano cognizione, emozionalità, relazionalità.

Dal mio punto di vista, non è tanto l’obbligatorietà della formazione quanto l’utilità reale e la ricaduta nelle  attività quotidiane a rappresentare un elemento nodale.

Penso a formazioni laboratoriali anche legate ai diversi ambiti disciplinari, ad affiancamento in aule, al riconoscimento di percorsi sabbatici di studio retribuiti: non si può raccontare di voler rivoluzionare un organismo complesso come un sistema scolastico senza intervenire in modo omogeneo sulla formazione e sulla dotazione tecnologica, esaurito un ragionevole tempo di sperimentazione".
 

Farebbe distinzione tra gli insegnanti a seconda delle materie insegnate?

"Mi viene in mente il valore che il legislatore ha attribuito alla funzione docente. Le cosiddette materie o gli ordini di scuola non sono elementi di distinzione. Il profilo professionale  descritto dalla locuzione  funzione docente  (art. 395 del T.U. delle leggi sulla scuola e artt. 26 e 27 del CCNL) trascende ciò.

Infatti la funzione docente è incardinata tra due principi costituzionali, il diritto all’apprendimento e la libertà d’insegnamento.

Mi sembra dunque una distinzione neppure pensabile nel nostro orizzonte valoriale".


Ritiene che su questa tematica potrebbero verificarsi convergenze di carattere politico-programmatico tra le diverse forze politiche? Qual è la posizione ufficiale di Sel?

"Si, se il compimento del percorso di digitalizzazione della scuola  rappresentasse un aspetto di ciò che necessariamente lo include e cioè un’idea di scuola autonoma come reale strumento di emancipazione e di spesa pubblica volta a contenere la diseguaglianza.
Il piano di digitalizzazione  presenta elementi di novità che seguiamo con interesse ed attenzione perché incide sull’infrastrutturazione materiale e immateriale. Tuttavia rileviamo alcuni elementi di perplessità. Tale piano per essere realmente efficace:

  1. Andrebbe correlato ad una idea di scuola autonoma  che offra più tempo scuola non curriculare, che abbia dotazioni organiche sufficienti a garantire una reale risposta ai bisogni di personalizzazione degli studenti;

  2. Andrebbe esteso in modo omogeneo. (Solo così potrebbe rappresentare un elemento di reale riduzione delle diseguaglianze a partire dai territori più deprivati);

  3. Andrebbero razionalizzate e semplificate le fonti di finanziamento;

  4. Andrebbe accompagnato da una formazione sul campo;

  5. Andrebbe armonizzato con i temi della sicurezza: non è pensabile avere dotazioni tecnologiche avanzate in edifici insicuri per l’incolumità degli studenti.


Abbiamo chiesto impegni chiari (Mozione Sel – 11 giugno 2013) in merito alla necessità di investire nella scuola pubblica partendo dal suo maggiore ‘azionista’ di riferimento, soprattutto tenendo conto di fenomeni quali la dispersione, i Neet, i bassi livelli di scolarizzazione secondaria e terziaria. Finora non sono giunti segnali incoraggianti".