SCUOLA

Il contributo scolastico
diventa quasi “obbligatorio”

Richiesto senza chiarezza a molto studenti del primo anno delle superiori

 La Stampa, 3.7.2013

ROMA
Le scuole non si fermano neanche d’estate e lo fanno chiedendo alle famiglie di pagare il contributo scolastico, che in realtà è volontario, con cifre che si aggirano sui 100 euro ed oltre. 

A denunciarlo è il portale specializzato Skuola.net, dove continuano ad arrivare segnalazioni e che da tempo porta avanti una battaglia informativa su questa problematica e raccoglie centinaia di segnalazioni ogni anno da parte delle famiglie. 

Ma chi è chiamato a pagare il contributo in questo periodo estivo? Stando alle richieste di chiarimento giunte alla redazione del portale in queste ultime due settimane, si tratta degli studenti che inizieranno a settembre le scuole superiori, che possono completare la procedura di iscrizione solamente al conseguimento effettivo della promozione all’esame di terza media. Così quando i genitori si recano a scuola per espletare questa formalità, si vedono presentare un conto in alcuni casi salato. Alcuni esempi? Al Russell Newton di Scandicci (Firenze) una famiglia si è trovata di fronte a un bollettino postale di 140 euro, mentre all’Istituto Giorgi di Verona ne servono addirittura 185. 

Tutto ciò nonostante il Ministero dell’Istruzione abbia più volte condannato questa pratica, come confermano le dichiarazioni del Capo Dipartimento Lucrezia Stellacci rilasciate a Skuola.net nel marzo scorso: «La scuola non può pretendere il pagamento del contributo, che è essenzialmente volontario e noi l’abbiamo già detto. L’abbiamo ricordato in una circolare dell’anno scorso, del marzo 2012 e l’abbiamo ribadito ultimamente nella circolare 593 del 7 marzo 2013».  

Stellacci invitava i dirigenti «a essere molto chiari con studenti e famiglie» perché «l’imposizione di questi contributi obbligatori mina il rapporto di fiducia con le famiglie e scredita l’immagine dell’amministrazione scolastica e della scuola». 

La mancanza di chiarezza comporta anche un secondo effetto collaterale: la famiglie non vengono a conoscenza del fatto che, essendo il contributo volontario, è detraibile nella misura del 19% a patto che nella causale del versamento sia riportata la dicitura per «erogazione liberale» per una delle seguenti motivazioni: «per l’innovazione tecnologica», «per l’ampliamento dell’offerta formativa» o «per l’edilizia scolastica».  

«Il consiglio che diamo è sempre il medesimo - spiega Daniele Grassucci, responsabile relazioni esterne del portale - se la famiglia ha le disponibilità economiche, consigliamo di pagare perché contribuisce al miglioramento del servizio di cui disporrà il figlio o la figlia. Ma se ci sono difficoltà, scrivere una lettera al dirigente scolastico dichiarandosi disponibili a pagare solamente la parte strettamente obbligatoria del contributo, ovvero quella per i rimborsi di spese come l’assicurazione R/C o il libretto delle giustificazioni, che invece le famiglie sono tenute a rifondere alla scuola».