Gianni Manzini,
protagonista della scuola italiana

di Giuseppe Bonelli, da ScuolaOggi  15.7.2013

Ci sono delle persone che hanno attraversato da protagonisti le vicende della scuola italiana negli ultimi vent’anni e Gianni Manzini è senz’altro una di queste.

Manzini è stato senatore dal 1987 al 1994 e in quella veste relatore della riforma della scuola elementare e redattore del testo unico dell’istruzione, responsabile scuola del Partito Popolare dal 1995 al 2000 nella stagione delle riforme fondamentali dei governi del centrosinistra (autonomia, cicli, parità), sottosegretario al Ministero con il Ministro De Mauro e poi di nuovo coordinatore del forum scuola della Margherita durante l’era Moratti, infine consigliere del Ministro Fioroni nell’epoca del ‘cacciavite’.

Si tratta di un percorso di grande interesse, che si unisce a una vita di insegnante e di militante nella Democrazia Cristiana, attraverso la quale l’autore ha maturato la passione indissolubilmente congiunta per la scuola e per la politica.

E’ proprio una lettura della condizione della scuola italiana in chiave politica che costituisce il pregio dell’opera, in un approccio che non solo è competente ma anche rivelatore di un aspetto spesso trascurato delle problematiche scolastiche, ovvero il loro pesantissimo impatto sul consenso politico, tale da provocarne paradossalmente la marginalità nel grande dibattito elettorale e pubblico in genere. Una marginalità dettata non dalla scarsa considerazione ma dalla consapevolezza, alle volta addirittura istintiva, che parlare di scuola esponga più facilmente alla critica che al consenso.

E’ questa la chiave attraverso la quale l’autore ripercorre gli anni della poltica scolastica democristiana fino alla fine della cosiddetta prima repubblica, per poi analizzare la storia recente della scuola per temi, quali ad esempio quello della scuola non statale, dibattito di strettissima attualità anche alla luce del referendum di Bologna.

Si tratta, esemplarmente, di un tema analizzato con il pragmatico realismo dell’amministratore pubblico ma anche con la tensione ideale del credente, consapevole che la scuola è uno di quei punti nevralgici attraverso i quali passa la complessa sensibilità del nostro Paese per le questioni religiose.

Infine le proposte per il futuro, messaggio nella bottiglia e testimone passato alle nuove generazioni di politici e amministratori che della scuola saranno chiamati a occuparsi nel futuro prossimo, con la consapevolezza che l’Italia si alzerà partendo dai banchi di scuola.

Per questo, memore dell’unica esperienza significativa prodotta dalla politica in questo campo, ovvero il libro bianco sulla scuola dei Ministri Padoa Schioppa e Fioroni, Manzini offre ipotesi economicamente sostenibili per il rilancio di questo settore, alcune delle quale poi recupate dagli ultimi governi.

Il tutto a dimostrazione che la scuola italiana ha sicuramente un futuro, almeno fino a quando ci saranno persone appassionate come Gianni Manzini ad occuparsene.