Aggiornamenti sul mondo della scuola:
Tfa e graduatorie

di Silvia Micheli, il Giornale di Letterefilosofia, 23.7.2013

Nella confusione generale che domina il mondo della scuola da ormai troppo tempo – e ultimamente con lo scarso interesse da parte della stampa nazionale – occorre fare il punto della situazione, per capire almeno dove siamo arrivati. Le ultime buone notizie dal Ministero di Viale Trastevere riguardavano il tanto atteso Concorsone, ormai giunto alla fase orale e prossimo alla conclusione: a settembre si sapranno finalmente i nomi dei futuri insegnanti di ruolo che avranno superato le tre prove previste dal concorso.

Negli ultimi mesi, però, dopo l’insediamento del ministro Carrozza, poche sono state le indicazioni del Ministero sul futuro degli insegnanti, soprattutto sulla questione del reclutamento del personale docente, ed è proprio attorno a questo punto che, negli ultimi giorni, si sono riaccese le polemiche. A scatenare la mobilitazione degli aspiranti insegnanti è stata l’entrata in vigore del decreto del 25 marzo 2013, n. 81, concernente la «definizione della disciplina dei requisiti e delle modalità della formazione iniziale degli insegnanti della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo e secondo grado»: tale decreto va a modificare sensibilmente la composizione delle Graduatorie di Istituto. Ma andiamo con ordine.

Com’è noto, per accedere al mondo della scuola esistono tre modalità di reclutamento:

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le Graduatorie ad esaurimento: vi sono iscritti i docenti abilitati all’insegnamento e vengono aggiornate ogni tre anni per quanto riguarda le posizioni, ma sono chiuse all’inserimento di nuovi elementi dal 2008, perciò sono destinate ad esaurirsi.

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le Graduatorie di merito: vi sono iscritti i vincitori di un concorso pubblico a cattedre. Quando terminerà la selezione del Concorsone, i vincitori entreranno a far parte di questa graduatoria (che si sostituirà a quella precedente del 1999) che avrà la validità di due anni.

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le Graduatorie di Istituto: sono articolate in tre fasce ed hanno validità di tre anni:

I) docenti iscritti alle graduatorie ad esaurimento (quindi già abilitati); II) docenti abilitati ma non iscritti alle graduatorie ad esaurimento; III) docenti non abilitati ma in possesso del titolo di studio valido per l’insegnamento (per il nostro campo,  un diploma di laurea magistrale, ad esempio LM-14 o LM-15, nel quale sono stati conseguiti i crediti per l’insegnamento). I Dirigenti scolastici recluta(va)no da questa graduatorie il personale docente per le supplenze annuali o temporanee.

Per iscriversi alla terza fascia occorreva, quindi, essere in possesso di una laurea magistrale e aver conseguito i crediti validi per l’insegnamento, e ovviamente aspettare una chiamata, consapevoli di essere l’ultimissima ruota del carro. L’entrata in vigore del decreto del 25 marzo 2013, n.81 cambia le carte in tavola: i laureati dopo il 19 luglio 2013 non potranno iscriversi alla terza fascia delle Graduatorie di Istituto nell’estate 2014 e non potranno accumulare punteggio insegnando presso istituti paritari e non paritari: l’unica via per l’insegnamento rimane l’iscrizione al prossimo Tfa, che – come abbiamo avuto modo di constatare – non ha cadenza annuale e non ha ancora una data di attivazione stabilita. A scatenare la polemica è stata – in primis –  la data di entrata in vigore di questo decreto fissata al 19 luglio: un venerdì qualunque in piena sessione di lauree magistrali, che determina così un destino diverso per i neolaureati sulla base del calendario delle discussioni. Ovviamente il nostro Ateneo non è l’unico a prevedere una sessione di laurea fino alla fine di luglio e in tutta Italia gli studenti universitari in procinto di laurearsi hanno dato il via a una mobilitazione via Facebook, in attesa di una vera e propria manifestazione a settembre.

Altro enorme problema è il Tfa: quando verrà attivato? Voci parlano della prossima estate ma il Ministero non ha comunicato niente di ufficiale e quest’anno scolastico si è ormai concluso senza che il II ciclo partisse. Inoltre, non è irrilevante ricordare che frequentare il Tfa implica la spesa non indifferente di circa 2500 euro, a cui si aggiungono 100 euro per ogni classe di concorso per cui si sostiene il test d’ingresso.

Nel decreto, inoltre, viene inaugurato il Pas (Percorso Abilitante Speciale) destinato ai «docenti non di ruolo, compresi gli insegnanti tecnico pratici, in possesso dei titoli di studio previsti dal D.M. n.39/1998 e dal D.M. n.22/2005 che abbiano maturato, a decorrere dall’anno scolastico 1999/2000 fino all’anno scolastico 2011/2012 incluso, almeno tre anni di servizio in scuole statali, paritarie ovvero nei centri di formazione professionale, limitatamente ai corsi accreditati per l’assolvimento dell’obbligo scolastico». Per questa categoria di docenti vengono considerate già svolte le ore di tirocinio – che gli studenti del Tfa dovranno invece svolgere – e al termine del percorso gli abilitati potranno essere inseriti nella seconda fascia delle Graduatorie di Istituto.

Si tratta quindi di due percorsi diversi che ora si trovano per forza di cose in conflitto: da una parte ci sono i laureati prima del Tfa che hanno già svolto ore di insegnamento presso un istituto statale o paritario e che potranno iscriversi al Pas, dall’altra ci sono i laureati del dopo-Tfa, bloccati nell’attesa dell’attivazione del II ciclo ordinario.

Per il momento i media non sembrano aver dato molto peso a questo ultimo decreto del Miur, ma la situazione è destinata a esplodere a settembre prossimo, quando è prevista una manifestazione dei tieffini ordinari. Una protesta iniziata in questi giorni e che ha subito messo in chiaro la questione al ministro Carrozza: lo scorso 15 luglio una delegazione del Coordinamento nazionale dei neoabilitati tramite Tfa ha presentato al ministro tre richieste: 1) «equiparare il titolo di abilitazione conseguito con il tfa a quello conseguito con (l’ex) ssis, a cui deve seguire l’inserimento nella terza fascia del gae (graduatoria a esaurimento)», 2) valorizzare il merito, dando precedenza agli abilitati Tfa ordinari rispetto a quelli che si abiliteranno coi Tfa speciali, cui accederanno per anzianità e non per merito; 3) attivazione del II ciclo di Tfa ordinario, ritenuto «il canale principale di formazione del corpo docente della scuola italiana».

In attesa di risposte concrete e chiare dal Ministero – che probabilmente non giungeranno prima di settembre – non resta che diffondere la notizia tra gli aspiranti insegnanti e sperare che anche i media nazionali si interessino della questione.