Scuola media:
ripensare la prova nazionale

da TuttoscuolaNews, n. 589 3.6.2013

Il 17 giugno prossimo, all’interno dell’esame di licenza media, circa 580 mila ragazzi affronteranno la prova nazionale Invalsi relative a italiano e matematica.

Quella prova, che costituisce per molti di loro uno spauracchio, è ormai entrata nel sistema da anni, temuta e accettata, criticata o apprezzata.

L’Invalsi, per parte sua, cerca ogni anno di affinare i test e di renderli sempre più aderenti agli obiettivi di apprendimento fissati.

Ma i limiti di quella prova non risiedono tanto nei suoi contenuti, bensì nell’uso che di essa se ne fa e del peso che ha nell’economia dell’esame.

Una critica (che equivale ad una proposta possibile di riforma) riguarda il fatto che, come previsto attualmente dal regolamento sulla valutazione (Dpr 122/2009), la prova concorre alla valutazione dell’esame in modo oggettivo, con un peso predeterminato che i docenti non possono modificare in alcun modo.

Meglio sarebbe escludere la prova nazionale dalla valutazione delle prove d’esame, considerato anche che le due discipline (italiano e matematica) che la compongono sono già oggetto di prova scritta e orale d’esame.

La prova nazionale, come oggi avviene per la rilevazione degli apprendimenti, dovrebbe avere valore a se stante e servire per l’autovalutazione d’istituto e per la valutazione del sistema.

I docenti potrebbero decidere se e quanto considerare la prova ai fini della valutazione finale dell’esame.

E a questo punto la prova nazionale potrebbe essere anticipata a maggio.